AGI - Lo spettro della strage di piazza Tienanmen agita i pensieri del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha chiamato in causa gli eccidi commessi dall'esercito cinese contro i manifestanti pro-democrazia nella primavera di Pechino del 1989 per descrivere la resistenza del popolo ucraino contro i soldati russi. Dalla Polonia, dove si trova in visita, Biden ha elogiato la lotta di chi si oppone all'avanzata delle truppe di Mosca, e ha descritto l'Ucraina invasa come "una piazza Tiananmen al quadrato". Gli ucraini hanno "spina dorsale" e "fegato", ha detto il presidente ai soldati Usa in Polonia.
L'immagine più evocativa citata dal capo della Casa Bianca a Rzeszow è quella delle persone che si sono opposte ai carri armati con la loro presenza fisica, in quello che suona come un implicito parallelo alla più famosa immagine delle proteste di Pechino, represse nel sangue. "Guardate a come si fanno avanti", ha sottolineato nel discorso pronunciato a soli cento chilometri dal confine con l'Ucraina. "Donne, giovani, che stanno nel mezzo, di fronte a un dannato carro armato, e che dicono soltanto 'non me ne vado, resto quì, sono incredibili".
"Siete nel mezzo di una lotta tra democrazie e autocrati. Quello che state facendo ha conseguenze, ha davvero conseguenze", ha aggiunto Biden, rivolgendosi ai soldati americani. E subito dopo ha citato il presidente cinese, Xi Jinping che - ha detto Biden - gli ha fatto notare come "le democrazie non possono avere successo nel ventunesimo secolo" perché la rapidità dei cambiamenti in corso richiede la ricerca del consenso nelle democrazie, "e noi non possiamo mettere insieme il consenso così rapidamente come possono fare le autocrazie". Quello che è davvero in gioco, ha proseguito il presidente Usa, è il futuro delle prossime generazioni e "chi prevarrà" tra democrazie e autocrazie.
La Cina, intanto, non si distanzia dalle posizioni già espresse sulla guerra in Ucraina ed è tornata a criticare la Nato, che definisce un "residuo della Guerra Fredda". In un colloquio telefonico con il primo ministro britannico, Boris Johnson, Xi ha ribadito che Pechino è disposta a continuare a svolgere un "ruolo costruttivo" nella crisi. La comunità internazionale, ha affermato il presidente cinese, "dovrebbe davvero incoraggiare la pace e promuovere i colloqui, creare le condizioni per una soluzione politica della questione ucraina e spingere per un rapido ritorno della pace" nel Paese. Il colloquio, della durata di quasi un'ora, è stato definito "schietto" da un portavoce di Downing Street, e i due leader si sono detti d'accordo di tornare a sentirsi presto.
La Cina non ha condannato la Russia per l'invasione dell'Ucraina e i rapporti con Mosca sono destinati a tornare sotto i riflettori nei prossimi giorni quando Pechino ospiterà il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov, per il terzo colloquio sui Paesi vicini dell'Afghanistan. Il clima, per Pechino, non è dei migliori: ha attratto i sospetti degli Usa di essere disponibile a fornire assistenza militare a Mosca, accuse che la Cina ha più volte respinto, e dai suoi organi di stampa ha contrattaccato accusando Washington di volere trarre profitto dalla guerra.
I dubbi su Pechino si sono parzialmente dissipati dopo il colloquio in video-conferenza di settimana scorsa tra Biden e Xi: il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, martedì scorso, aveva detto che gli Stati Uniti non avevano più visto mosse in questo senso da parte di Pechino. Ma, ovviamente, "continueremo a monitorare", aveva aggiunto.