AGI - È il ventiquattresimo giorno di guerra quello vissuto a Kherson da Giovanni Bruno, marittimo siciliano di Pozzallo, assieme ad una quarantina di italiani che attendono di poter scappare dalla città ucraina. "La situazione anche stanotte è stata tranquilla. In questo momento sono fuori casa, stiamo cercando un po'di cibo", racconta Bruno all'AGI, che deve interrompere quasi subito la chiamata perché giunto a un posto di controllo.
La situazione, ha appena i tempo di dire al telefono, appare tranquilla; la presenza dei soldati russi è tangibile. "Da quel che sappiamo, anche da amici, non vi sono atteggiamenti ostili, e da quel che vedo la città è traquilla".
Ieri il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, aveva dato notizia dell'apertura di 9 corridoi umanitari 'accordati' e annunciati dalla sua vice, Iryna Vereshchuc, che ha la delega per "la reintegrazione dei territori temporaneamente occupati". Per oggi sono in programma, ma con rotte che erano ancora in fase di definizione, "aiuti umanitari verso le città delle regioni di Kherson e Lugansk".
È stata attivata anche una linea telefonica e di messaggi, ha detto la vice prima ministra, Iryna Vereshchuk. "Questa hotline è progettata per la raccolta iniziale di informazioni e la comunicazione con le vittime", promettendo aiuto anche a coloro che hanno domande e vogliono informazioni sui morti, dispersi, prigionieri di guerra, detenuti illegalmente dalla Russia, compresi i civili"; il numero è contattabile anche attraverso messaggi.