AGI - "Autopulizia" della società russa, "quinta colonna" dell'Occidente, "nemici del popolo". Sono da anni alcuni dei termini chiave nella narrativa del presidente Vladimir Putin, ripresi dall'epoca staliniana, e tornati protagonisti del discorso pubblico in Russia in queste settimane di guerra.
Il leader del Cremlino ne ha sfoderata alcune mercoledì, in un incontro sulle misure di sostegno socioeconomico per le regioni. Una retorica aggressiva che ha avuto al centro il termine "autopulizia della società". Come spiega in un'intervista all'AGI il professor Andrea Gullotta dell'Università di Glasgow, esperto di cultura del gulag e presidente della Ong Memorial Italia, si tratta di un "linguaggio che ricalca quello di Stalin, con concetti completamente ripresi da quell'epoca".
Putin ha lanciato un duro avvertimento ai "traditori" in Russia. "Qualsiasi popolo, e in particolare il popolo russo, sarà sempre in grado di distinguere i veri patrioti dalla feccia e dai traditori e di sputarli fuori come un moscerino che gli è volato accidentalmente in bocca", ha tuonato ieri. "Sono convinto che questa naturale e necessaria autopulizia della societa' non fara' che rafforzare il nostro Paese".
"L'autopulizia che il popolo deve fare è un perfetto invito a trovare i nemici all'interno della società, coloro che sono contrari al governo e quale che Mosca ritiene una eroica operazione militare per unire i popoli russi sotto la stessa bandiera", ha fatto notare Gullotta.
"Riflette perfettamente la terminologia usata da Stalin durante il Grande Terrore e che faceva scattare delazioni, figli che denunciavano padri, amici che denunciavano amici". Il termine "agenti stranieri" - che una legge ad hoc usa per bollare e provare a silenziare media e organizzazioni indesiderate - "ricalca invece l'idea che la società russa è piena di spie che lavorano per potenze straniere contro la Russia", continua Gullotta. "È esattamente una delle categorie che ha provocato migliaia di morti e centinaia di migliaia di arresti in epoca staliniana".
Anche "nemico del popolo" è un termine di memoria sovietica entrato nel vocabolario di Putin: "E' la parola della repressione sovietica in base alla quale sono state fucilate migliaia di persone, 680 mila in 11 mesi durante il Grande Terrore", ricorda il professore. "Quinta colonna" dell'Occidente, espressione spesso usata anche per definire i sostenitori dell'oppositore Aleksei Navalny, e' altro termine tipico dello stalinismo usato da anni nella Russia di Putin. "L'idea di un esercito di nemici che lavorano per Stati stranieri contro la Russia è tipica dell'epoca sovietica e dello stalinismo".
E' vero che il leader del Cremlino si impadronisce di parole di epoca staliniana, ma continua ad avere "il suo lessico da macho", fa notare Gullotta, fatto di termini come "sputare" o "feccia". Tutto questo, conclude, "va contestualizzato nell'idea di potere che ha Putin: e' un potere assoluto dove c'e' un capo che detta gli ordini e i suoi cittadini che devono obbedire, se non sono d'accordo sono considerati nemici del popolo che la societa' deve punire". (AGI) All