AGI - Il sempre più cruento assedio di Mariupol e la ricerca di sopravvissuti dei bombardamenti russi sotto le macerie del teatro è un tema ricorrente sulla stampa internazionale, tanto americana quanto europea: ad esempio, si somigliano molto le prime pagine del Wall Street Journal e di Le Monde, che aprono entrambi su Mariupol e impaginano sotto pezzi di analisi sulla debolezza delle forze armate russe.
Altro tema forte, il discorso di Zelensky al Bundestag, e le sue esplicite accuse al governo tedesco di essere troppo interessato ai suoi affari con la Russia per sostenere convintamente l’Ucraina. I quotidiani cinesi, invece, quasi a preparare il terreno per la telefona di oggi tra Xi e Biden, pubblicano editoriali in cui si attribuiscono la responsabilità della guerra e la disinformazione sui suoi laboratori di armi chimiche in Ucraina.
Washington Post
“Le devastazioni della guerra tormentano i civili ucraini”, titola in apertura il Washington Post che mette in primo piano Mariupol, dove si cercano tra i detriti dei bombardamenti i sopravvissuti del teatro dove si erano rifugiati centinaia di civili e che è stato distrutto negli attacchi russi. “Mariupol è un microcosmo delle condizioni in costante peggioramento per i civili ucraini coinvolti nella guerra aperta lanciata dalla Russia il mese scorso, scrive il giornale. Un’analisi penetra all’interno della “bolla della propaganda russa, dove la guerra non è guerra”: “Falsi laboratori di guerra biologica statunitensi. Falsi uccelli assassini. Cammeo di Tucker Carlson e Donald Trump. I ‘nazisti’ ucraini ovunque. La macchina di propaganda televisiva domestica russa ha raggiunto una tale intensità nel mezzo della guerra del presidente Vladimir Putin contro l'Ucraina che una piccola – ma impensabile – crepa nel colosso dei notiziari statali di Mosca si è aperta all'inizio di questa settimana con una protesta in onda”, scrive il quotidiano, secondo cui guardare i media russi “è guardare attraverso lo specchio del Cremlino”, ma “è anche una lezione sul perché Putin sia fiducioso che il suo apparato interno, armato di una combinazione di propaganda e repressione, possa resistere al contraccolpo di una guerra che, secondo i funzionari statunitensi, ha già lasciato migliaia di soldati russi morti dall'invasione del 24 febbraio”.
New York Times
L’attacco russo contro il teatro di Mariupol dove si erano rifugiati molti abitanti della città è in primo piano sul New York Times, che titola in apertura sul ritrovamento di superstiti sotto le macerie e sulla sofferenza degli abitanti che si aggrava sotto i continui bombardamenti delle forze di Mosca. Il quotidiano dedica due analisi al linguaggio utilizzato dai presidenti americano e russo nei loro interventi sulla guerra. “Biden la mette sul personale usando l’espressione ‘criminale di guerra’” e “Evocando i ‘nazisti’ in Ucraina, Putin attizza la memoria dei russi” sono i titoli dei due pezzi. Se è vero che Biden “parla col cuore”, come dicono i suoi collaboratori, sta anche “personalizzando il conflitto, in un modo che i presidenti del passato hanno evitato nei momenti di crisi con il principale avversario nucleare degli Stati Uniti”, osserva il Nyt, e rileva che la sua scelta di manifestare “condanna personale” contro Putin “è diventata una politica, poiché Biden e i suoi principali collaboratori inquadrano Putin come un paria, un assassino indiscriminato che dovrebbe essere processato all’Aia”.
Quanto a Putin, l’uso dell’insulto “nazista” rivolto agli ucraini, “piuttosto sconcertante in verità, dato che il presidente ucraino Zelensky è ebreo”, mostra come il leader russo “stia cercando di usare gli stereotipi, la realtà distorta e il trauma della seconda guerra mondiale del suo paese per giustificare la sua invasione dell'Ucraina. Il Cremlino considera la guerra una continuazione della lotta della Russia contro il male”
Wall Street Journal
Il calvario di Mariupol è il tema dell’apertura del Wall Street Journal, che racconta l’angosciosa ricerca di sopravvissuti sotto le macerie del teatro cittadino usato come rifugio dagli abitanti e colpito dai bombardamenti russi. Sotto il reportage dalla città martire, è impagina un’analisi sull’apparato militare di Putin: “Per oltre un decennio, la Russia ha speso centinaia di miliardi di dollari per ristrutturare le sue forze armate in una forza più piccola, meglio equipaggiata e più professionale in grado di affrontare l'Occidente. A tre settimane dall'invasione russa dell'Ucraina, la loro prima grande prova, le forze armate hanno fallito”, scrive il Wsj, che sottolinea le gravi perdite, con 7.000 soldati caduti secondo stime occidentali, compresi quattro generali che sono stati uccisi perché “erano vicini alla prima linea, un segno che i ranghi inferiori nelle unità avanzate erano probabilmente incapaci di prendere decisioni o temevano di avanzare”.
Inoltre, “le truppe russe hanno dovuto far ricorso a telefoni aperti e radio analogiche in seguito al fallimento dei sistemi di comunicazione crittografati”, e questo li ha esposti a intercettazioni che hanno reso più facile per gli ucraini colpire le loro posizioni. Secondo il quotidiano, “i fallimenti della Russia sembrano essere riconducibili a fattori che vanno dalle ipotesi sbagliate del Cremlino sulla resistenza ucraina all'uso di soldati di leva scarsamente motivati”, e in ogni caso “suggeriscono che tanto la Russia quanto l'Occidente abbiano sopravvalutato la riorganizzazione delle forze armate da parte di Mosca, che secondo alcuni analisti militari sembrano essere state minate da corruzione e informazioni interne falsate”.
Un servizio approfondisce i movimenti in corso nell’industria petrolifera: le grandi società sono state caute nell'aumentare le trivellazioni a causa della “pressione degli investitori che preferiscono dividendi e riacquisti di azioni a piani di perforazione ambiziosi e costosi, dopo aver subito delusioni sui profitto durante il passato boom dei prezzi”. Il risultato è che “i grandi vincitori sul mercato del petrolio sono i piccolini che hanno voglia di trivellare”.
Financial Times
Il titolo di apertura del Financial Times riassume in modo molto diretto il discorso tenuto ieri al Bundestag dal presidente ucraino: “Zelensky sgrida Berlino perché mette le relazioni commerciali al di sopra della sicurezza europea”. La cronaca non fa sconti: “Volodimir Zelensky ha sferrato un doloroso attacco contro la Germania per la sua politica sull’Ucraina, accusando i leader tedeschi di privilegiare le relazioni con Vladimir Putin rispetto alla sicurezza dell’Europa”.
Il giornale sottolinea che il leader di Kiev “ha menzionato il gasdotto Nord Stream 2” e ha sostenuto che così “viene finanziata la guerra di Putin”. Ma a parte le durissime critiche al governo Scholz, il discorso di Zelensky, nota Ft, “ha riecheggiato quelli già tenuti al Congresso degli Stati Uniti e alla Camera dei Comuni britannica, implorando maggiori aiuti militari, compresa la no fly zone che l’Occidente rifiuta perché sarebbe l’inizio di una guerra mondiale”.
The Times
Consueta attenzione del Times agli aspetti più strettamente militari della guerra. Il quotidiano britannico titola “L’Ucraina dà battaglia a Putin” e mette in risalto il pesante bilancio di perdite inflitte dalla resistenza alle forze di Mosca: 7.000 i militari caduti e 200 carri armati distrutti. In queste ore, scrive il giornale, i combattenti ucraini hanno sferrato un’offensiva che ha bloccato le truppe di Putin “sia a Est sia a Ovest della capitale, Kiev, così come nella seconda città, Kharkiv, nonostante un feroce bombardamento” e che anche “la città assediata di Mariupol sta resistendo all'avanzata russa”, come pure l'esercito ucraino sta contrattaccando a Est di Mykolaiv e intorno a Kherson, che è in mano russa. Nel listone in fascia alta della prima pagina, il Times dà risalto a una sua inchiesta da cui risulta che “centinaia di dipendenti pubblici della Dvla (Driver and vehicle licensing agency, l’equivalente britannico della Motorizzazione civile, ndr) non hanno svolto alcun lavoro benché regolarmente retribuiti durante i mesi della pandemia, in cui c’è stato un calo delle richieste di patenti di guida”. I dirigenti dell’ufficio, scrive il Times, “si vantavano di guardare Netflix a spese del pubblico” mentre 3.400 dipendenti dell’agenzia “sono stati messi in congedo speciale retribuito senza dover lavorare”.
Le Monde
Apre sul “martirio di Mariupol” Le Monde, che valorizza il reportage dei suoi inviati nella città ucraina colpita da incessanti bombardamenti russi che hanno centrato, tra l’altro, il teatro usato dai civili come rifugio. “Mariupol è un inferno a cielo aperto”, scrive il giornale che riporta le testimonianze degli abitanti intrappolati sotto la pioggia di bombe russe. Ma dietro questa crudele esibizione di forza, si nasconde una debolezza secondo l’analista militare Isabelle Facon, vice direttore della Fondation pour la recherche strategique. Interpellata dal giornale, sostiene che l’offensiva contro l’Ucraina “mostra le debolezze dell’apparato militare russo malgrado gli sforzi di Putin di convincere della sua onnipotenza”. In rilievo anche il piano da 7 miliardi di euro annunciato dal premier Castex per alleggerire l’impatto sulle famiglie francesi dei rincari, soprattutto dell’energia, causati dalla guerra.
Le Figaro
Due titoli sull’Ucraina per la prima pagina di Le Figaro: uno è sul bombardamento russo sul teatro di Mariupol usato come rifugio dai civili, un attacco che “ha sconvolto il mondo”, l’altro è sui “mercati finanziari sconvolti dalla guerra tra Kiev e Mosca”. A questo proposito, il giornale evidenzia che le Borse, a tre settimane dall'inizio del conflitto, “alternano sessioni di forte rimbalzo e sessioni di ricaduta al ritmo degli sviluppi della crisi ucraina” e “gli investitori ripiegano sui tradizionali beni rifugio: il dollaro, lo yen o l'oro. In un primo momento si erano precipitati anche sui titoli di Stato, considerati sicuri, provocando così un calo dei tassi di interesse. Prima che i timori di inflazione li portassero nella direzione opposta”. Nel servizio, che comincia con l’ironico monito “i fragili di nervi si astengano dalla lettura”, Le Figaro rileva che la Borsa di Parigi è crollata del 12% dal 23 febbraio all'8 marzo. L’Ucraina, però, per il secondo giorno di fila sta nella parte bassa della prima pagina, mentre l’apertura è dedicata alla politica interna: ieri la Corsica, oggi il programma di Macron per il secondo mandato all’Eliseo. Titolo: “Cambiamento nella continuità”.
El Pais
El Pais punta i riflettori sulle misure che l’Unione europea potrebbe decidere contro la Russa in caso di un sempre più sanguinoso protrarsi della guerra in Ucraina. “L’Ue già discute di sospendere gli acquisiti di gas russo”, titola il quotidiano spagnolo. In un servizio che cita fonti comunitarie, il giornale riferisce che tra i 27 cresce l’orientamento a una stretta delle sanzioni contro Mosca, includendovi anche il settore dell’energia che finora è rimasto escluso: “La Germania resiste per paura dell'impatto sulla sua economia di un taglio nell’approvvigionamento energetico, ma le uccisioni di civili in Ucraina raddoppiano la pressione su Berlino”, si legge. Il giornale evidenzia in prima pagina anche un suo scoop: La Spagna negozia un'operazione triangolare con Paesi dell'Est, tra i quali Repubblica Ceca ed Estonia, per consegnare armi al governo Zelensky. Il piano per questa triangolazioe, di cui il Pais ha appreso da fonti governative spagnole, prevede che gli Stati dell’Europa orientale che acquistano armamenti da industrie spagnole “donino armi all’Ucraina, con l’impegno dei produttori a reintegrare il prima possibile le loro dotazioni”. Finora, nota il giornale, la Spagna ha consegnato all’Ucraina armi per un valore di 30 milioni di euro.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
L’”aspro” intervento in videocollegamento del presidente ucraino ieri al Bundestag è in apertura sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, che titola: “Zelensky accusa la Germania di mancanza di impegno”. Il giornale pone l’accento sui passaggi in cui il leader di Kiev ha sostenuto che Berlino Berlino e l'Occidente non hanno ascoltato le richieste dell'Ucraina di adesione alla Nato e non stanno rispondendo alla richiesta dell'Ucraina di diventare membro dell'UE. Ma anche l’attacco diretto contro il governo tedesco sul gasdotto Nord Stream 2: "Avete sempre detto che è economia, economia, economia”, ha affermato Zelensky. Scholz si è affrettato a replicare a quelle che ha definito "parole impressionanti" del presidente ucraino. Il cancelliere ha assicurato che la Germania è "dalla parte dell'Ucraina", ha ricordato il sostegno tedesco all'Ucraina, che include anche la consegna di armi, e ha promesso nuovi aiuti: "La Germania sta dando il suo contributo qui e continuerà a farlo", ha detto Scholz, che ha sottolineato ancora: "La Nato non interverrà militarmente in questa guerra".
Su quest’ultimo tema, la Faz riflette in un editoriale: “Dopo tre settimane di guerra, una cosa non è cambiata: l'Occidente è partigiano, ma non direttamente partecipe della guerra”, scrive il giornale e ricorda che non solo “ogni tentativo di coinvolgere direttamente la Nato nelle operazioni militari in Ucraina è finora fallito”, ma che “l'Alleanza arriva al punto di consentire a Mosca di imporre limiti agli aiuti militari a Kiev”: un riferimento, questo, alla mancata fornitura di jet agli ucraini anche se “non è proprio chiaro perché la consegna di un missile anticarro dovrebbe essere giustificabile, mentre quella di un aereo da combattimento sarebbe un'escalation”. Pertanto, “dato l'atteggiamento dell'alleanza, non sorprende che l'Ucraina sia disposta a rinunciare all'adesione alla Nato”, nota la Faz, che avverte: “Più a Ovest, tuttavia, Putin non deve realizzare guadagni geopolitici”. Insomma, “bisogna fare di più per contenere la Russia”.
China Daily
“La radice della crisi ucraina risiede nel fallace presupposto fallibile che i valori americani siano universalmente accettati e che la politica del doppio standard occidentale debba prevalere sul mondo. Credendo in questo errore, l'Ucraina è caduta nella trappola degli Stati Uniti con conseguenze disastrose”: così si legge in un editoriale sul China Daily, nel giorno della telefonata tra Xi Jinping e Joe Biden sulla situazione in Ucraina. “Accusati da Putin per aver usato l'Ucraina come ‘strumentoi per contenere la Russia, Stati Uniti e Regno Unito, dopo aver gridato al lupo per mesi, stanno ora inviando armi e consiglieri militari in Ucraina per mantenere vivo il conflitto. Invece di compiere sforzi seri e concertati per porre fine al conflitto, gli Stati Uniti ei loro alleati hanno imposto una sanzione ‘dura’ dopo l'altra alla Russia nel tentativo di ‘debilitare’ la sua economia e orchestrare una ‘rivoluzione colorata’ nel Paese”, aggiunge il quotidiano con una evidente allusione alla “rivoluzione arancione” di Kiev qualche anno fa. “Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno cercato di ottenere il sostegno della Cina contro la Russia, ma la Cina ha mantenuto la sua posizione neutrale sul conflitto e si è astenuta dal votare alle riunioni delle Nazioni Unite che condannano la Russia per aver ‘invaso’ l'Ucraina”, sostiene il giornale e conclude che “in contrasto con la linea provocatoria della Casa Bianca, la Cina sembra essere l'unico grande Paese, insieme all'Onu, a cercare di mediare per la pace tra Russia e Ucraina. La Cina sostiene davvero qualsiasi sforzo che porti ad allentare le tensioni e porre fine alla crisi”.
Quotidiano Del Popolo
Il People’s daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese, prende asetticamente nota della telefonata tra Xi e Biden programmata oggi e in poche righe dice che i due leader parleranno di “questioni di comune interesse”, senza nulla specificare. La notizia sull’Ucraina per il giornale è invece che “montano le richieste internazionali agli Usa di chiarire le sue accuse sulle armi chimiche” che secondo Washington i russi potrebbero usare in Ucraina. Il quotidiano riferisce che a sua volta “la Russia sta rafforzando le sue accuse contro gli Stati Uniti di aver sviluppato armi biologiche in Ucraina, con documenti e prove ritrovati durante le sue operazioni militari nel paese vicino”.
Secondo il People’s Daily, le rispostre americane a queste accuse russe sono state “contraddittorie” perché mentre la portavoce della Casa Bianca Jen Psacki le ha bollate come disinformazione “il sottosegretario di Stato per gli Affari Politici Victoria Nuland aveva precedentemente affermato in un'audizione al Congresso che gli Stati Uniti hanno ‘strutture di ricerca biologica’ in Ucraina e che ‘ora siamo in effetti piuttosto preoccupati che le truppe russe ... possano cercare di ottenerne il controllo, quindi stiamo lavorando con gli ucraini su come possono impedire che uno qualsiasi di quei materiali di ricerca cada nelle mani delle forze russe se si avvicinano”. In proposito, il giornale cita dichiarazioni di esperti cinesi e russi, ma anche americani, e conclude che “se gli Stati Uniti sono un paese pacifico e pacificatore e segue i principi democratici, allora devono essere più trasparenti e aperti sulle operazioni dei biolab statunitensi in tutto il mondo”.