AGI - La Russia prova a espandere le sue missioni commerciali in Africa. Un tentativo che sa molto di propaganda e comunque si deve scontrare con lo strapotere della Cina e della Turchia. Del resto Mosca ha poco da offrire sul piano commerciale, tanto più ora che è sottoposta a pesanti sanzioni da parte dell’occidente per la guerra di invasione in Ucraina.
Ma Mosca ci prova. A dirlo all’agenzia di stampa russa Tass è stato il vice-presidente della Camera del commercio e dell’industria russa, Vladimir Padalko, in occasione di un incontro sul sostegno governativo alle imprese russe per approcciarsi ai mercati africani.
“Durante l’incontro, i partecipanti hanno espresso una proposta per ampliare la rete delle missioni commerciali in Africa nei Paesi prioritari per il commercio – ha spiegato Padalko - È stato concordato che il ministero dell’Industria e del Commercio lavorerà su questo tema insieme al ministero degli Esteri e al ministero dello Sviluppo economico”.
Padalko ha inoltre sostenuto che la volontà di aumentare il numero di missioni commerciali della Federazione russa in Africa è legata alla necessità di procedere alla sostituzione dell’importazione di prodotti come frutta, tè, caffè dai Paesi dell’UE a quelli africani. Secondo le informazioni rese note dal ministero dell’Industria e del commercio di Mosca, attualmente la Russia ha quattro missioni commerciali in Africa: in Marocco, Algeria, Egitto e Sudafrica. Ben poca cosa rispetto alla Cina.
La superpotenza cinese
Bastano soli pochi numeri per rendere l’idea di quanto la Cina non abbia concorrenti nel continente africano. Secondo gli ultimi dati diffusi dell’Amministrazione generale delle dogane della Cina, il commercio bilaterale tra Cina e Africa nel 2021 ha raggiunto i 254,3 miliardi di dollari, in crescita del 35,3% su base annua.
L’Africa ha esportato 105,9 miliardi di dollari di merci in Cina, un valore in crescita del 43,7% anno su anno. Ma ancora. Tra il 2007 e il 2020, China exim bank e China devolepment bank hanno erogato finanziamenti per 23 miliardi di dollari, mentre tutte le altre principali istituzioni finanziarie per lo sviluppo messe insieme hanno erogato solo 9,1 miliardi di dollari. Pechino ha in essere oltre 500 accordi infrastrutturali nell’Africa subsahariana.
Il ruolo della Turchia
Poi c’è la Turchia che si sta facendo largo in Africa, con abbastanza prepotenza sul piano economico-commerciale. Dal 2009 a oggi sono passate da 12 a 42 le ambasciate turche in Africa. Ma a fare la differenza sono gli investimenti e gli scambi commerciali della Turchia con l’Africa che dai 5,4 miliardi di dollari nel 2003 sono diventati 26 miliardi di dollari nel 2019, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2023 i 50 miliardi.
E ogni apertura di ambasciata è accompagnata dai voli commerciali della Turkish airlines. La Russia non può competere con queste due entità che, tra l’altro, si stanno impegnando sul piano diplomatico per arrivare a una soluzione del conflitto in Ucraina.
La forza di Mosca in Africa si gioca sul piano degli armamenti. Unico vero mercato in crescita per il Cremlino. Il database sui trasferimenti di armi dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma mostra che la Russia, tra il 2016 e il 2020, ha fornito il 30% delle importazioni di armi dai paesi dell’Africa subsahariana. La Cina il 20%, la Francia il 9,5% e gli Stati Uniti il 5,4%. Il continente è il primo mercato della Russia in termini di fornitura di hardware militare e civile. Ma quanto reggerà questo primato? Gli effetti della guerra in Ucraina e delle sanzioni si vedranno sul lungo termine, ora è ancora presto per dirlo.