AGI - A soli 34 giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali, il Consiglio costituzionale ha annunciato che in tutto sono 12 i candidati nella corsa all’Eliseo, di cui sei hanno partecipato a quelle del 2017, quando erano invece 11 in lizza. La suspense è terminata e la campagna elettorale può ora entrare nel vivo, anche se finora è stata in gran parte oscurata dalla guerra in Ucraina.
Il prossimo 10 aprile a concorrere per la carica di presidente della Repubblica sarà anche il capo di Stato uscente, Emmanuel Macron, che ha ufficializzato la sua candidatura venerdì scorso con una “Lettera ai francesi” pubblicata sulla stampa regionale.
Il suo operato durante i cinque anni di presidenza e ora il suo impegno diplomatico nella crisi russo-ucraina si traducono in un costante aumento dei consensi nei sondaggi, attorno al 30% delle intenzioni di voto, e dato sempre vincitore al ballottaggio.
Come nel 2017 si confronterà con la leader del Rassemblement national (RN) Marine Le Pen, che è riuscita a ottenere le oltre 500 firme di ‘parrainage’ stabilite per legge, attualmente al secondo posto nei sondaggi con il 14,5%. Cinque anni fa, al ballottaggio con Macron, la capofila dell’estrema destra aveva ottenuto 33,90% dei voti.
Questa volta Le Pen dovrà fare i conti con un altro candidato di estrema destra, ‘new entry’ nel mondo della politica francese, l’ex giornalista Eric Zemmour, al 13% nei sondaggi.
Alla corsa all’Eliseo prende parte per la terza volta il sovranista Nicolas Dupont-Aignan, votato dal 4,70% degli elettori nel 2017 e dall’1,79% nel 2012. Prima candidatura alle presidenziali anche per Valérie Pécresse della destra gollista di Les Républicains (LR), in costante calo nei sondaggi, all’11,5%.
Sempre a destra il deputato dei Pirenei Atlantici, Jean Lassalle, è candidato per la seconda volta.
A sinistra, il Consiglio costituzionale ha convalidato sei candidature. Jean-Luc Mélenchon, il leader di La France Insoumise (LFI, sinistra radicale) tenta la sua chance per la terza volta, al quarto posto nei sondaggi al 12%. Per la prima volta dal 2007, i comunisti avranno un loro candidato, nella persona di Fabien Roussel, accreditato del 4%.
Candidata per la prima volta anche la sindaca socialista di Parigi, Anne Hidalgo, che nei sondaggi non gode di più dell’1,5% dei consensi. Fa meglio l’ambientalista di Europe Ecologie Les Verts (EELV), Yannick Jadot, alla sua prima partecipazione, in crescita nei sondaggi ma ancora al 6,5%.
Sempre a sinistra, la rappresentante di Lutte Ouvrière Nathalie Arthaud è presente per le terze presidenziali della sua carriera, oltre al candidato del Nuovo Partito Anticapitalista, Philippe Poutou, che ha raccolto 500 adesioni sul filo del rasoio.
"Non voglio sottrarmi alla campagna elettorale. Il contesto ci mostra che tempi tragici sono di ritorno” ha dichiarato il presidente uscente Macron, in visita questa mattina al quartier generale di campagna del suo partito En Marche, che vanta oltre 430 mila aderenti.
Nel pomeriggio Macron effettuerà la sua prima visita in qualità di candidato ufficiale alla sua successione nell’hinterland parigino, a Poissy (Yvelines). “È molto emozionante ritrovarvi qui. Sono giorni un po’ complicati per il Paese in questo momento. Sono colpito che voi siate qui e dall’altra parte dello schermo” ha detto il presidente uscente nell’incontrare il suo team di campagna elettorale. Per ora non è in agenda un grande comizio politico per Macron candidato, ma il segretario generale di En Marche, Stanislas Guerini, ha sottolineato che “il capo dello Stato approfitterà di tutti gli istanti disponibili della sua agenda internazionale e presidenziale per andare incontro ai francesi”.
Una serie di appuntamenti televisivi e faccia a faccia tra i candidati sono in programma, tra cui il 10 marzo il dibattito tra Pécresse e Zemmour su TF1, ma secondo le informazioni diffuse finora Macron non dovrebbe prendere parte ai dibattiti nei media.
Ieri a Lione Mélenchon ha radunato 15 mila persone, difendendo la sua linea di politica internazionale: “Né con la Russia di Putin né con la Nato”, auspicando una Francia “non allineata” e “un altro mondo”.
Sempre ieri a Tolone (Sud), Zemmour ha tenuto un comizio davanti a 8 mila persone, ottenendo ufficialmente il sostegno di Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen.
La guerra in Ucraina non sta giovando alla popolarità di Zemmour, sia per le sue ultime dichiarazioni di chiusura nei confronti dei rifugiati ucraini – che secondo lui “stanno meglio in Polonia” – che per la sua vicinanza passata con il presidente russo Vladimir Putin.