AGI - Sembra la scena di un film sulla seconda guerra mondiale. C’è una immensa folla alla stazione centrale, impossibile non notare le bandiere giallo-blu, gli altoparlanti ripetono a tutto volume “cari viaggiatori dall’Ucraina, benvenuti a Berlino”. Ai binari 13 e 14 arriva gran parte dei convogli in arrivo da Francoforte sull’Oder o direttamente dalla frontiera polacca con i profughi ucraini.
E ci sono tanti cittadini “comuni” venuti per offrire ospitalità ai tanti che sono riusciti a salire sui treni con le tre-quattro cose raccolte prima di uscire di casa con il rombo delle bombe ancora nelle orecchie. Sono soprattutto donne e bambini, dato che gli uomini tra i 18 e 60 non possono lasciare il Paese. Per combattere. Poi ci sono, tra gli altri, gli studenti stranieri che risiedono in Ucraina. Ora anche molti di loro sono in fuga.
Difficile dare numeri certi. Sono migliaia quelli arrivati nei giorni scorsi con i treni diretti da Varsavia, ma sono in vertiginoso aumento: da mercoledì a giovedì si è passati da circa 5.000 a 9.400, stimano le autorità locali, complessivamente a Berlino si sono superati i 20 mila. Si tratta solo di una piccola parte del numero totale dei profughi ucraini: le stime attuale parlano di circa un milione di fuggitivi dal Paese sventrato dai tank russi. Ma la cifra finale crescerà vertiginosamente, se gli attacchi non si fermeranno.
L’associazione dei Comuni tedeschi sta già cercando di organizzarsi per distribuire le ospitalità in tutta la Germania, con il coordinamento del ministero dell’Interno guidato da Nancy Faeser. Per ora è la Polonia – dove da tempo vivono circa 2 milioni di ucraini – il principale Paese di primo approdo, e dove finora si sono contati circa 500 mila i profughi.
Ed è da lì che arriva la maggioranza degli sfollati a Berlino, mentre le ferrovie tedesche annunciano nuovi treni speciali dalla Polonia. Alla stazione centrale sono attivi decine di volontari e i funzionari delle strutture sociali della città: “Stanno lavorando con immenso impegno per organizzare con rapidità alloggi, alimenti e assistenza medica”, dice ai media locali la senatrice per gli Affari sociali, Katja Kipping.
I volontari distribuiscono pasti caldi, frutta, panini, acqua, mascherine anti-Covid, abiti. Sui loro giubbotti arancioni hanno attaccato dei cartellini sui quali c’è scritto quali lingue parlano. “Per ora è tutto caotico, ma ogni giorno riusciamo ad organizzarci meglio”, assicura Alina Drokina, una delle volontarie. “Berlino è il primo crocevia dei profughi ucraini”, aggiunge la sindaca della capitale, Franziska Giffey.
Tra l’altro si sta lavorando anche per realizzare al più presto un vero centro per l’accoglienza, dove poter anche provvedere alla vaccinazione di tutti i profughi in arrivo. “Finora ce l’abbiamo fatta a far avere ad ogni sfollato un tetto e dei pasti”, ribadisce Kipping. Nei prossimi giorni sul piazzale davanti alla stazione saranno installate una tenda con bagni mobili e un primo servizio di catering, da lì i profughi verranno trasferiti al centro accoglienza e poi agli alloggi successivi.
Ma non tutti rimangono a Berlino: molti continuano il viaggio per raggiungere familiari in altre zone della Germania o nei Paesi vicini. Per esempio verso Dresda, Norimberga, Monaco: basta un documento d’identità ucraino, non è necessario un biglietto. Il ministro alla Sanità Karl Lauterbach ha annunciato che gli sfollati feriti o malati – per esempio i pazienti oncologici - verranno ‘distribuiti’ negli ospedali su tutto il territorio nazionale.
“Accoglieremo tutti gli ucraini che stanno arrivando”, promette l’incaricata del governo federale per i profughi, Reem Alalbali-Radovan. E spiega: “Lo consideriamo un vero e proprio tesoro che negli anni a partire dal 2015 abbiamo creato forti strutture sulle quali possiamo contare anche adesso”. Il riferimento è alla crisi dei migranti di quasi sette anni fa, quando oltre un milione di persone si riversò sulla Germania: sì, la famosa “politica delle porte aperte” di Angela Merkel.
I tedeschi sono d’accordo, così pare: stando ad un sondaggio del Centro tedesco per la ricerca sulle migrazioni, circa il 90% si è detto favorevole ad accogliere i fuggitivi in arrivo dall’Ucraina. I numeri rischiano di essere imponenti. L’esperto in migrazioni Gerald Knaus, interpellato dalla rete Rnd, ritiene possibile che il movimento complessivo possa sfiorare le 10 milioni di persone. Una prospettiva possibile, stando all’attuale dinamica, se la guerra non continuerà come adesso”. Sempre Katja Kipping la dice differentemente: “L’Europa dovrebbe aspettarsi la maggiore onda di profughi dalla seconda guerra mondiale. Quello che vediamo adesso è solo la punta dell’iceberg”.