AGI - I Parlamenti delle due autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk (Dnr) e Lugansk (Lnr) hanno ratificato all'unanimità i "trattati di amicizia e assistenza reciproca" con la Russia, all'indomani della firma dei due documenti da parte dei leader separatisti e del presidente russo Vladimir Putin.
Intanto si aspetta quello che appare lo scontato via libera da parte della Duma e del Consiglio della Federazione russa sia del riconoscimento dell'indipendenza delle due repubbliche filo-russe dell'Ucraina dell'Est - annunciata ieri da Putin - che dei trattati di assistenza che prevedono tra le altre cose, il sostegno militare al Donbass.
C'è ancora confusione sul concetto dei confini entro cui Mosca riconosce la Dnr e la Lnr, un punto chiave per provare a capire fino a dove si potrebbe spingere l'esercito di "peacekeeping" russo inviato da Putin. I deputati russi spiegano alle agenzia di stampa che non si parla di riconoscere l'indipendenza entro i 'confini amministrativi' delle due oblast a prima della guerra del 2014 (concetto che comprenderebbe anche territori a oggi controllati dall'esercito di Kiev).
Ma a Lugansk, secondo Ria Novosti, la pensano diversamente: Rodion Miroshnik, rappresentante della Lnr nel sottogruppo politico del Gruppo di contatto (impegnato nella road map del processo di pace in Donbass), ha dichiaro che il tema dei confini "è stato risolto molto tempo fa nelle costituzioni sia della Dnr che della Lnt, i nostri confini corrono lungo i confini amministrativi delle ex regioni di Lugansk e Donetsk, in questi territori si sono tenuti referendum, quindi abbiamo tutte le ragioni per rivendicarli come tali". Nei decreti firmati da Putin non vi è alcuna indicazione esplicita dei confini entro i quali si riconoscono le due repubbliche, un elemento che per ora mantiene alto il fattore imprevedibilita' sulle prossime mosse di Mosca nella regione.