AGI - Il pacchetto delle sanzioni dell'Unione europea contro la Russia in caso di aggressione contro l'Ucraina, compreso il Donbass, "sono pronte". Lo ha confermato ancora una volta l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, a margine del Consiglio Affari esteri durato oltre dieci ore. Ma i dettagli delle sanzioni non sono ancora noti e non sono stati discussi con gli Stati membri.
Le sanzioni vengono preparate dalla Commissione e l'Alto rappresentante le presenta al Consiglio che eventualmente le approva. Vista la delicatezza della questione anche la discussione è stata legata all'eventuale aggressione russa. "Se la Russia attacca convocherò un Consiglio straordinario e ne parleremo", ha spiegato Borrell.
In un'intervista all'AGI la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aveva garantito che la procedura si sarebbe compiuta "in un paio di giorni".
Sul tavolo ci sono diverse ipotesi e non mettono d'accordo tutti i ventisette Stati. Verranno sicuramente colpiti i settori finanza, energia ed esportazioni.
In particolare, in coordinamento con Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, Bruxelles impedirà a Mosca di poter ottenere tutta la componentistica di alta tecnologia indispensabile per l'ammodernamento del Paese, dallo Spazio al 5G. E su questo sembra esserci accordo.
Non è chiaro invece quanti siano disposti a colpire con decisione la Russia anche negli altri settori. Quello energetico, ad esempio, rappresenta un punto dolente per tanti Stati, a partire dall'Italia, che fanno affidamento sulla Russia per la fornitura di gas. A livello europeo Mosca ne fornisce il 40% e la Commissione dice di aver già trovato le alternative per superare l'inverno se Gazprom dovesse chiudere i rubinetti.
Ma non è una strategia che sembra convincere l'Italia e, soprattutto, non sembra garantire lungimiranza. I Paesi Baltici vorrebbero ad esempio che venisse colpito il gasdotto Nord Stream 2 che collega la Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico. Ma Berlino, che tanto aveva investito sul progetto, vorrrebbe ancora avere alternative.
Lo stesso vale per il sistema Swift. Gli americani vorrebbero tagliare fuori la Russia da tutti i pagamenti internazionali ma questo si tradurrebbe nell'impossibilita' di fare affari con Mosca, compreso l'acquisto di gas. Un sacrificio che tante imprese europee pagherebbero caro prezzo.
Per questo anche Germania e Francia invitano a valutare anche delle compensazioni per le imprese che verrebbero danneggiate. Sulla falsa riga del fondo Brexit.
I Paesi Baltici spingono invece per la linea dura. Non solo vorrebbero stroncare Nord Stream 2 ma chiedono che venga fatto subito perché "l'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina è già in corso".