AGI - Tutti d'accordo sulla necessità di sostenere l'Africa ad avere più vaccini contro il Covid. Soprattutto ad averne dei propri, prodotti localmente e facilmente accessibili. Per riuscire nell'intento l'Unione europea, in collaborazione con l'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità, ha annunciato il trasferimento della tecnologia mRna a sei Paesi africani: Sudafrica, Nigeria, Senegal, Kenya, Egitto e Tunisia. Un investimento europeo da quaranta milioni di euro, di cui venti a carico della Francia, per rispondere a una necessità non più rinviabile.
L'obiettivo è riuscire a produrre in loco il 60% dei vaccini per l'Africa entro il 2040. Ma i leader africani chiedono di più: vuole la sospensione di brevetti per "liberalizzare" la produzione. "La clausola Trips per la sospensione della proprietà privata quando verrà approvata, forse dovrei dire che fra breve sarà approvata, garantirà la libertà di operare per enti che abbiano le capacità produttive e fornirà una piattaforma per rafforzare le capacità attuali e favorirà la diversificazione di produzione attraverso regioni geografiche che attualmente sono tagliate fuori dalla catena di valore", ha dichiarato il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, toccando quello che lui stesso ha definito "un punto scomodo".
"I governi che sono seri in merito all'accesso ai vaccini, che veramente vogliono garantire che il mondo abbia accesso ai vaccini, devono garantire che la deroga Trips venga approvata cosi' com'è stata proposta invece di nascondersi dietro alla proprietà intellettuale e il profitto. La pandemia è globale e rimarrà con noi per molto tempo", ha attaccato Ramaphosa in conferenza stampa al fianco di von der Leyen, Michel, Macron e il direttore generale dell'Oms, Adhanom Ghebreyesus.
"Tutto quello che è stato chiesto è che la deroga Trips venga approvata per un limite di tempo per permettere ai Paesi che non hanno un accesso facile ai vaccini ad avere invece questo accesso. E parliamo delle vite di centinaia di milioni di persone invece del profitto di poche imprese. Non è accettabile che l'Africa stia sempre l'ultima nella coda per l'accesso ai vaccini", ha aggiunto.
"Apprezziamo le donazioni ma non è un modo sostenibile per costruire la resilienza. Aiutateci a riuscire da soli, affrontiamo insieme gli ostacoli e dimostriamo al mondo che l'Africa ha la capacità, gli scienziati e l'industria per fornire i vaccini e i farmaci necessari per l'Africa", ha ribadito il leader africano. La risposta è arrivata, subito dopo, dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. "L'obiettivo è davvero quello di assicurarsi che la tecnologia venga trasferita, sezionata ed esposta a pieno titolo. E per questo, pensiamo che una licenza obbligatoria con profitti limitati e profondamente ridotti potrebbe essere un ponte", ha spiegato ribadendo la necessità di "proteggere la proprietà intellettuale". A darle man forte è stato il presidente francese, Emmanuel Macron.
"Nel breve termine cosa impedisce la produzione di vaccini? Non è la proprietà intellettuale ma è il trasferimento di tecnologia", ha dichiarato Macron, nel suo intervento alla conferenza stampa del Summit Ue-Africa. "Ci vogliono esperti che possano far funzionare le fabbriche", "sviluppare quindi capacità che anche alcuni Paesi europei non hanno", ha spiegato il capo dell'Eliseo. "L'obiettivo da perseguire è che la proprietà intellettuale non potrà mai essere ostacolo alla produzione di vaccini che sono assolutamente necessari", ha ribadito Macron.
"Si', dobbiamo comunque proteggere la proprietà intellettuale perchè è importante per continuare a creare, innovare, inventare. Però questa proprietà intellettuale non deve mai essere un freno alla diffusione del sapere e alla creazione di capacità. Quindi l'idea di licenze obbligatorie, evocata dalla presidente von der Leyen, e la collaborazione tra Oms e Wto saranno la chiave", ha evidenziato Macron.