AGI - Lo spettro di un'imminente invasione russa dell'Ucraina spaventa i mercati e le Borse europee iniziano la prima seduta della settimana in profondo rosso. Dopo un avvio in deciso calo, a meno di un'ora dall'apertura degli scambi i principali listini perdono oltre il 3%. A Francoforte il Dax scivola del 3,13%, a Parigi il Cac40 cede il 3,10% e a Madrid l'Ibx scende a -3%. A Piazza Affari l'indice Ftse Mib lascia sul terreno il 3,75%.
Le tensioni geopolitiche hanno fatto volare anche il prezzo del petrolio e del gas. I future sul Brent si attestano sopra i 95 dollari al barile. Il Wti viaggia sopra quota 93 dollari. Ma la corsa più forte è quella del gas. Al Ttf i future guadagnano il 7,71% a 83,39 euro/Kwh.
Nel weekend vari Paesi, tra cui l'Italia, hanno invitato i propri cittadini a lasciare l'Ucraina, alla luce del dispiegamento delle truppe di Mosca al confine. Secondo gli Stati Uniti, un'invasione russa è imminente, ma i canali diplomatici sono ancora aperti. Oggi il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, sarà a Kiev e domani a Mosca per cercare di tenere in piedi il dialogo.
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per l'elevata inflazione e la prospettiva di aumenti dei tassi della Federal Reserve. Venerdì le Borse europee hanno chiuso in calo, trascinate al ribasso da Wall Street, per i timori che l'aumento dell'inflazione negli Stati Uniti spingerà la Fed a inasprire la sua politica monetaria in modo aggressivo, a partire da un aumento di 50 punti base a marzo, anche alla luce del crollo della fiducia dei consumatori a gennaio calcolato dall'Università del Michigan.
In un'intervista rilasciata domenica, la presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha cercato di minimizzare le aspettative del mercato di un rialzo dei tassi di mezzo punto, affermando che sarebbe una mossa troppo "brusca e aggressiva" e quindi controproducente. Ma le sue parole non hanno avuto l'effetto sperato, con gli investitori che hanno rivolto tutta la loro attenzione alle crescenti tensioni in Ucraina. E i venti di guerra hanno dato il colpo di grazia ai listini. v