AGI - Tra auguri di morte per Angela Merkel e la definizione dell’Islam come “movimento totalitario”, non è nuovo alle cronache politiche tedesche il nome di Nicolaus Fest, l’eurodeputato che oggi è stato nominato capodelegazione dell’Afd all’Europarlamento e che il mese scorso finì su tutti i giornali dopo aver esultato per la morte di David Sassoli (“finalmente questo sporco maiale se n’è andato”, ha scritto su una chat interna al partito dell’ultradestra).
Vieppiù che l’esponente del partito dell’ultradestra tedesca è il figlio di uno dei maggiori storici della Germania del dopoguerra, quel Joachim Fest noto in tutto il mondo come autore di quella che per decenni è stata considerata la principale biografia di Adolf Hitler.
Tra le polemiche scatenate da Fest, ebbe particolare risonanza quella del 2018, quando durante un dialogo tra cittadini organizzato da un’associazione distrettuale dell’Afd, l’eurodeputato aveva evocato che la cancelliera Merkel venisse “abbattuta”: intervenne lo stesso vicepresidente del Bundestag, Wolfgang Kubicki, che bollò l’uscita di Fest come “pietosa”.
Cresciuto ad Amburgo e laureatosi in giurisprudenza all’Università Humboldt di Berlino, il 59enne Fest ha un passato nell’editoria (tra l’altro presso Gruener + Jahr), per diventare nel 2013 caporedattore della cultura alla Bild Zeitung, il principale tabloid della Germania. Membro dell’Afd dal 2016, viene candidato senza successo al Bundestag nel 2017, ma riuscirà a farsi eleggere due anni dopo all’Europarlamento. Nel partito dell’ultradestra non è comunque un passante: dal 2020 al 2021 è stato anche membro della segretaria commissariale dell’Afd.
Scatenò un’infinità di polemiche anche un articolo pubblicato nel suo blog, nel quale Fest definì “primitivi e maligni” i gruppi di “giovani arabi, turchi o africani” presenti nel Paese, aggiungendo che la Germania aveva “chiesto lavoratori ospiti ma ha trovato marmaglia”. Frasi che gli hanno fruttato nel 2017 una denuncia presso la Procura di Berlino, poi archiviata. Fatto sta che l’hashtag sulla “marmaglia” era diventato un trending topic su Twitter.
Nel luglio 2014, l’attuale eurodeputato Afd aveva scritto un commento per il domenicale della Bild, nella quale affermò che l’Islam rappresenterebbe “un impedimento all’integrazione”: finanche l’allora direttore del tabloid, Klaus Diekmann, dovette prendere le distanze.
Come detto, uno dei bersagli preferiti del nostro è Angela Merkel: in un articolo per la Junge Freiheit – un foglio della cosiddetta ‘nuova destra’ – Fest aveva tracciato paralleli tra lo stile di governo dell’allora cancelliera e la presa di potere dei nazisti nel 1933, motivo per cui i tedeschi dovrebbero “svegliarsi e prendere la politica nelle proprie mani”. L’uscita sull’Islam come realtà “totalitaria” è invece del 2016: nell’occasione chiese anche l’immediata chiusura di tutte le moschee in Germania.
Fin troppo facile ricordare che Nicolaus Fest è figlio dello storico Joachim Fest, per anni anche presente nel board editoriale della Frankfurter Allgemeine Zeitung. Celeberrimo per la sua monumentale biografia di Hitler, pubblicata per la prima volta nel 1973. Considerato uno delle opere di riferimento sulla vita del Fuehrer, il volume ha ricevuto anche delle dure critiche negli anni: in particolare per non aver affrontato in modo esaustivo i pogrom nazisti del 1938, aver del tutto tagliato fuori il tema delle leggi sulla razza e per aver relegato in poche pagine il tema dell’Olocausto.
Berlino si nota che la nomina di Fest come capodelegazione all’Europarlamento è sintomatica delle evoluzioni interne all’ultradestra. Poco meno di un mese fa, dopo la morte di Sassoli, i vertici di Alternative fuer Deutschland avevano le distanze dalle esternazioni di Fest jr: “Una tale affermazione su un collega che è appena morto dopo una grave malattia è inquietante, profondamente ripugnante e imperdonabile”, aveva detto il leader Joerg Meuthen. Il quale però nel frattempo si è dimesso, denunciando la deriva sempre più estremista del suo partito. Che oggi sceglie Fest come esponente di punta a Strasburgo.