AGI - Sulla crisi ucraina è intervenuto papa Francesco al termine dell'udienza generale. "Desidero ringraziare - ha detto il Papa - tutte le persone e le comunità che il 26 gennaio scorso si sono riunite nella preghiera per la pace in Ucraina. Continuiamo a supplicare il Dio della pace perché le tensioni e le minacce di guerra siano superate attraverso un dialogo serio e affinché a questo scopo possano contribuire anche i colloqui nel Formato Normandia. E non dimentichiamo: la guerra è una pazzia".
Intanto, dul fronte diplomatico, si guadagna tempo. Non si è ancora al ritiro delle truppe russe, ma almeno il rischio di una guerra imminente, nel cuore dell'Europa, si è allontanato. Il presidente francese, Emmanuel Macron -che in due giorni è stato prima a Mosca, poi a Kiev infine a Berlino - ha detto che "c'è la possibilità di far progredire i negoziati" e che ora servono "soluzioni concrete pratiche" per avere una de-escalation nella crisi fra la Russia e l'Occidente sull'Ucraina. "Nelle prossime settimane ci attende un compito molto difficile, da parte di tutti è essenziale equilibrio in parole e azioni". Anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, davanti alle Commissioni congiunte Esteri e Difesa di Camera e Senato, ha confermato di vedere ridimensionato il rischio di un'invasione russa.
E adesso si attendono i prossimi passi. Macron ritiene di avere ricevuto garanzie dal suo omologo russo, Vladimir Putin, che non ci sarà una nuova escalation. "I colloqui che ho avuto ci hanno permesso di compiere progressi per la sicurezza e la stabilità della regione", ha detto durante la conferenza stampa congiunta a Kiev con il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky. Macron sostiene anche di aver estorto al presidente russo la promessa che Mosca non farà ulteriori passi di escalation militare al confine con il Paese vicino. "(Putin) mi ha detto che non sarà all'origine di un'escalation. È importante. E il secondo elemento è che non ci saranno basi fisse o schieramenti di apparecchiature sensibili in Bielorussia".
In realtà a Mosca, il portavoce del Cremlino, ha categoricamente smentito che Macron sia riuscito a strappare a Putin la promessa che la Russia "non intraprenderà nuove iniziative militari".
Il portavoce di Putin ha anche sottolineato che la Francia non è l'interlocutore corretto perché non ha un ruolo di leadership nella Nato. "E' assolutamente falso. Mosca e Parigi non avrebbero potuto stringere una simile intesa, è semplicemente impossibile", ha detto Dmitry Peskov. "La Francia detiene la presidenza di turno dei Paesi dell'Unione Europea, è anche un membro della Nato, ma non ha alcuna leadership, in questo blocco la guida è detenuta da un altro Paese. Di quali accordi possiamo discutere?".
Peskov ha però riconosciuto che una de-escalation "è davvero necessaria, poiché la tensione aumenta ogni giorno che passa. I Paesi occidentali inviano truppe in Ucraina, inviano aerei carichi di armi, inviano equipaggiamento militare. Questo, ovviamente, provoca nuove spirali di tensione". Quanto alle esercitazioni militari congiunte con la Bielorussia, che inizieranno giovedì e che hanno messo in allarme l'Alleanza Atlantica, ha ricordato che "mai" nessuno ha detto che le truppe russe sarebbero rimaste nell'ex repubblica sovietica vicina alla Polonia al termine delle manovre. "Naturalmente, quando finiranno le esercitazioni, torneranno alle loro posizioni permanenti", ha assicurato.
Zelensky adesso si attende un prossimo vertice con i presidenti russo e francese e il cancelliere tedesco, un vertice che sarà sicuramente preceduto da un nuovo incontro a livello di consiglieri nel formato Normandia -Ucraina, Russia, Francia e Germania - a Berlino dopodomani, giovedì.
Resta l'incognita sulle reali intenzioni di Putin che lunedì non ha detto una parola delle truppe russe presenti ai confini dell'Ucraina; e anzi ha denunciato ancora una volta il 'no' dell'Occidente a mettere fine alla politica di ampliamento della Nato e a ritirare le sue truppe dall'Europa dell'Est: la Russia ha presentato queste richieste come condizioni per la de-escalation. Secondo la presidenza francese, Vladimir Putin ha accettato di esaminare le proposte di Macron, ovvero l'impegno a non intraprendere nuove iniziative militari da nessuna delle parti, l'avvio di un dialogo, in particolare sulla posizione militare russa, i negoziati di pace sul conflitto in Ucraina e l'avvio di un dialogo strategico.
Kiev insiste su tre "linee rosse": nessun compromesso sull'integrità territoriale dell'Ucraina, nessun negoziato diretto con i separatisti e nessuna interferenza nella sua politica estera. Zelensky si è detto disponibile a incontrare Putin; e Macron, che si è fermato a Berlino, per una cena di lavoro con il cancelliere Olaf Scholz, ha sottolineato che sia Putin che Zelensky hanno confermato la loro volontà di rispettare gli Accordi di Minsk. "A oggi, questa è l'unica strada che ci consentirà di raggiungere una pace duratura".
La manovre sul terreno però non si fermano. Le forze armate di Kiev terranno esercitazioni militari con armi fornite dagli alleati dal 10 al 20 febbraio, ovvero gli stessi giorni nei quali Russia e Bielorussia effettueranno manovre congiunte nei pressi della frontiera settentrionale ucraina. Insomma i giochi di guerra purtroppo continuano.