AGI - Il presidente francese Emmanuel Macron è oggi a Mosca per incontrare Vladimir Putin. Domani sarà a Kiev per vedere l'omologo ucraino Volodymyr Zelensky. Tutto questo dopo aver parlato, la scorsa settimana, con entrambi e dopo un ennesimo scambio di opinioni, ieri sera, con il presidente Usa Joe Biden.
Il leader francese 'cavalca' così la crisi di Kiev per guidare, insieme ai partner europei, una de-escalation della crisi. Ma non solo. L'opportunità che gli si presenta è quella di proporsi come 'chef de guerre' (capo guerriero, ndr) di eventuali sviluppi pericolosi ai confini europei.
"Sarò presidente fino alla fine dal momento che abbiamo una crisi al confine ucraino che minaccia la nostra sicurezza collettiva", ha spiegato Macron dalle colonne di un quotidiano regionale francese. Il capo dell'Eliseo indossa un doppio cappello: quella del leader di Francia e quello del presidente di turno dell'Unione europea: ma è ormai chiaro che il suo iperattivismo diplomatico non potrà che far bene alla sua terza 'mission' non ufficiale: quella di candidato alle elezioni presidenziali francesi.
In settimana Macron ha moltiplicato i suoi contatti diplomatici: ha parlato con il capo del Cremlino, con il presidente ucraino, il tutto per evocare una "accelerazione del processo di pace". Mercoledì scorso è stato il turno del presidente americano Joe Biden, con il quale ha riparlato anche ieri sera. "I due hanno confermato il sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale di Kiev", ha fatto sapere un comunicato della Casa Bianca aggiungendo che i leader hanno anche passato in rassegna il coordinamento in corso tra i Paesi occidentali sulle eventuali sanzioni economiche da imporre a Mosca in caso di invasione.
Il dopo-Merkel e la posizione meno dirigista e più cauta del neo cancelliere tedesco Olaf Scholz, sembrano inoltre aver lasciato campo libero al capo dell'Eliseo. Al ritorno dall'Ucraina, domani, Macron passerà per Berlino e si incontrerà con lui e con il premier polacco Andrzej Duda. Il presidente francese aveva già visto il collega tedesco la scorsa settimana, concordando con lui una linea comune.
E proprio per questo ruolo di 'alleato' di Macron il cancelliere è anche finito in un fuoco di critiche nel suo Paese, contestato per avere una linea poco autonoma e troppo morbida con Mosca. Di fatto la crisi ucraina "ha fatto reindossare a Macron i panni di condottiero di guerra, proprio in un momento in cui deve disfarsi di quelli del guerriero del Covid", ha scritto Le Figaro citando fonti dell'entourage del presidente.
La minaccia di un intervento militare russo è quindi l'occasione giusta per smarcarsi nella corsa per un secondo mandato all'Eliseo. "Capiamo perché la Presidenza stia provando questa strategia. C'è una piccola parte di 'Io gestisco la pace e la guerra nel mondo mentre Valérie Pécresse ed Eric Zemmour si divertono a fare riunioni', analizza oggi BfmTv.
Soprattutto percheé un incontro con la sua controparte russa farà notizia tutti i giornali". Putin, spiegano le stesse fonti, "è un orco, è l'Everest della politica internazionale, maestro di diplomazia. Ha sempre 15 colpi in più nel caricatore".
Solo uno come Macron può quindi fronteggiarlo, "ed è questo il suo vantaggio sugli altri candidati presidenziali. "I francesi si chiederanno se gli aspiranti alla presidenza potrebbero fare lo stesso e la risposta sarebbe 'no'", proseguono dallo staff dell'Eliseo. Ma tutto questo funzionerà solo nel caso in cui Macron otterrà il risultato: impedire la guerra.