AGI - Meno cene fuori, meno gite per andare a pescare, meno piccoli momenti di felicità quotidiana. “Non ci pensavo fino a quando non mi è arrivata la nota della banca - commenta Elizabeth Wenger, 38 anni, insegnante in una high school nel nord dello Stato di New York - di carburante spendo quasi il doppio rispetto a due anni fa. Sono passata da 170 a 320 dollari. E per mio marito è quasi uguale. E’ una pena senza fine, in casa abbiamo deciso di rinunciare a qualche uscita nel fine settimana, non c’è altra storia”.
Milioni di americani si trovano ad affrontare gli effetti della corsa al rialzo del carburante, che ha raggiunto picchi che non si vedevano dal 2014. Il prezzo medio di un gallone di carburante, equivalente a 3,78 litri, ha toccato oggi i 3.42 dollari, cioè 1.30 più dello stesso periodo del 2021. Nella liberal California la media è tra le più alte: 4.6 dollari, un dollaro e mezzo più dello Stato petrolifero d’America, il Texas, dove un gallone costa 3.08.
Considerando che gli americani - tranne quelli di Manhattan dove l’auto è inutile - considerano la loro macchina un “membro" della famiglia, l’impatto sul budget mensile è stato devastante.
Per l’ultimo Thanksgiving, la festività più amata, solo il 32 per cento aveva programmato di muoversi in auto, il 35 per cento in meno rispetto al 2020. Ha influito la paura di contagiarsi con la variante Omicron, ma il costo del carburante ha fatto la sua parte, finendo per contribuire ad aumentare quella “depressione nazionale” che in una società ansiogena è quasi una condizione dell'animo.
Alla Federal Trade Commission, l’agenzia indipendente che fa da guardia alle politiche di ‘cartello’ delle compagnie, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto di avviare un’indagine per capire perché i prezzi del carburante non siano diminuiti. Il prezzo è aumentato in parte come conseguenza della crisi degli approvigionamenti. La domanda era crollata nei primi mesi della pandemia, fino a segnare un -70 per cento nell’estate 2020. Ma dietro i numeri e le valutazioni economiche ci sono gli effetti sulla vita reale.
Paul Francis Serantoni fino a pochi mesi fa girava per Staten Island, nei weekend, con la sua Cadillac Coupe Deville bianca del ’64. Ora non può permetterselo: un pieno da 80 dollari gli dura la metà. Il costo dei trasporti su gomma ha inciso sull’inflazione, caricando i prezzi al consumo. Anche la maxi spesa, altro rituale sacro americano, si è trasformato in momento di piccola angoscia collettiva.
Meno felicità più frustrazione, e un unico bersaglio, indicato come causa di tutto: Biden. È superfluo spiegare che l’indice di popolarità del presidente misurato sulla crisi in Ucraina - che, tra l’altro, potrebbe avere ricadute sul prezzo del gas - o sul diritto di voto, non riflette l’opinione dell’americano medio sulla crisi in Ucraina o il diritto di voto, ma sul pieno di carburante.
Nell’America rurale molti non hanno neanche il passaporto, non sanno neanche dove sia l’Europa, figuriamoci l’Ucraina. Ma sanno che senza carburante sono morti. E’ un'ossessione al punto che ci sono siti web, come gasprices.aaa.com, che calcolano quanto spenderete di carburante in base al tragitto e modello di auto, comprensivo di anno di immatricolazione.
Questo è un Paese che ha bisogno di certezze, di programmare tutto, e l’idea che il prezzo del gas continui a oscillare come fosse criptovaluta, sta mandando in crisi la gente.
Il vero termometro del gradimento politico resta la stazione di benzina, in quel momento sacro in cui l’americano se ne sta solo, pompa in mano e sguardo fisso sul distributore, seguendo l’indicatore dei dollari da pagare che sale a un ritmo sempre più veloce di quello dei galloni. Ognuno qui tiene bene a mente due cifre: quello del costo del pieno precedente, e quello del pieno migliore della sua vita. Ogni dollaro in più è un giudizio positivo in meno verso l’inquilino della Casa Bianca. E di questi tempi, i dollari indicati dai distributori sono molti, molti di più rispetto al passato.