AGI - Il presidente francese Emmanuel Macron andrà lunedì 7 febbraio a Mosca per incontrare Vladimir Putin e il giorno dopo, martedì 8, sarà a Kiev per vedere l'omologo ucraino Volodymyr Zelensky.
Obiettivo: guidare, insieme ai partner europei, una de-escalation della crisi in Ucraina.
Il capo dell'Eliseo indossa un doppio cappello: quella del leader di Francia e quello del presidente di turno dell'Unione europea: Ma il suo iperattivismo diplomatico non potrà che far bene alla sua terza 'mission' non ufficiale: quella di candidato alle elezioni presidenziali francesi.
In settimana Macron ha moltiplicato i suoi contatti diplomatici: ha parlato con il capo del Cremlino, con il presidente ucraino, il tutto per evocare una "accelerazione del processo di pace".
"I due hanno confermato il sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale di Kiev" ha fatto sapere un comunicato della Casa Bianca aggiungendo che i leader hanno anche passato in rassegna il coordinamento in corso tra i Paesi occidentali sulle eventuali sanzioni economiche da imporre a Mosca in caso di invasione.
Il dopo-Merkel e la posizione meno dirigista e pià cauta del neo cancelliere tedesco Olaf Scholz, sembrano inoltre aver lasciato campo libero al capo dell'Eliseo.
Al ritorno dall'Ucraina, Macron passerà per Berlino e si incontrerà con lui e con il premier polacco Andrzej Duda.
Il presidente francese aveva già visto il collega tedesco la scorsa settimana, concordando con lui una linea comune.
E proprio per questo ruolo di 'alleato' di Macron il cancelliere è finito in un fuoco di critiche nel suo Paese, contestato per avere une linea poco autonoma e troppo morbida con Mosca.
Di fatto la crisi ucraina "ha fatto reindossare a Macron i panni di condottiero di guerra, proprio in un momento in cui deve disfarsi di quelli del guerriero del Covid", ha scritto Le Figaro citando fonti dell'entourage del presidente. La minaccia di un intervento militare russo è quindi l'occasione giusta per smarcarsi nella corsa per un secondo mandato all'Eliseo.
Putin, spiegano le stesse fonti, "è un orco, è l'Everest della politica internazionale, maestro di diplomazia. Ha sempre 15 colpi in più nel caricatore".
Solo uno come Macron può quindi fronteggiarlo, "ed è questo il suo vantaggio sugli altri candidati presidenziali.
"I francesi si chiederanno se gli aspiranti alla presidenza potrebbero fare lo stesso e la risposta sarebbe 'no'", proseguono dallo staff dell'Eliseo.
Ma tutto questo funzionerà solo nel caso in cui Macron otterrà il risultato: impedire la guerra.