AGI - L'Unione europea si prepara al peggio e cerca di liberarsi della gravosa dipendenza dal gas russo. In vista di possibili sanzioni per la crisi Ucraina e altrettanto probabili ritorsioni da Mosca che potrebbe tagliare la fornitura all'Europa, Bruxelles si rivolge quindi, in primis, agli Stati Uniti per rimpinguare la fornitura di Gnl, gas naturale liquefatto, che viene trasportato in navi.
E solo nelle ultime settimane sono già una settantina quelle che hanno attraverso l'oceano per rispondere alla domanda europea a causa della strozzatura della fornitura e della conseguente impennata dei prezzi.
In dichiarazione congiunta, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il presidente americano, Joe Biden, promettono di "intensificare la cooperazione energetica" affinché i cittadini e le imprese nell'Ue e i Paesi limitrofi "dispongano di forniture energetiche affidabili e convenienti".
Gli Stati Uniti e l'Ue "stanno lavorando congiuntamente per una fornitura continua, sufficiente e tempestiva di gas naturale all'Ue da diverse fonti in tutto il mondo per evitare shock di approvvigionamento, compresi quelli che potrebbero derivare da un'ulteriore invasione russa dell'Ucraina", sostengono i due leader.
La chiave è il Gnl, di cui gli Usa sono già il principale fornitore dell'Unione. "Stiamo collaborando con governi e operatori di mercato per la fornitura di volumi aggiuntivi di gas naturale in Europa da diverse fonti in tutto il mondo", spiegano Von der Leyen e Biden.
I funzionari dell'Unione riconoscono di aver lavorato "più intensamente che mai" con le autorità statunitensi nelle ultime tre settimane, con l'obiettivo di preparare sanzioni contro Mosca, ma anche per essere pronte a quelle che la Russia potrebbe adottare contro il blocco dei Ventisette.
Il problema dell'Ue è che dipende in gran parte dalle importazioni di gas dalla Russia, che ne rappresenta il 40% e risponde alla domanda di una ventina di Stati membri, in particolare quelli sud-orientali.
Inoltre, i giacimenti di gas dei Paesi Ue forniscono attualmente al 40%, contro il 53% di appena un anno fa. Il resto della fetta arriva per il 38-39% dalla Norvegia, poi una piccola produzione interna e il resto è Gnl.
Nel 2021, il gas liquefatto importato dall’Ue proveniva “dalla Russia per il 18%, dagli Usa per il 20%, dalla Nigeria per il 17%, dal Qatar per il 20%, dall’Algeria per il 14%, dalla Norvegia per il 2% e il restante 9% da altri Paesi".
“Non ha senso fare previsioni sul conflitto” ha spiegato un alto funzionario europeo riferendosi all’accumulo di truppe e mezzi militari al confine con l’Ucraina. Tuttavia, ha aggiunto, “la cosa migliore è prepararsi e farlo subito ed è esattamente ciò che stiamo facendo”.
Bruxelles però non punta solo sugli Stati Uniti. “La presidente Ursula von der Leyen e la Commissione stanno raggiungendo più fornitori possibili per verificare quanto gas e Gnl potrebbe essere fornito in aggiunta” ai volumi oggi importati.
Oltre ai contatti di ieri con il Qatar, “stiamo lavorando con i norvegesi, stiamo discutendo con i nostri partner asiatici su possibili scambi dei nostri contratti a lungo termine e dunque ci sono diversi filoni di lavoro”. Nella lista ci sono Paesi del Golfo, l'Azerbaigian, ma anche l'Algeria e l'Egitto.
“In ogni situazione di carenza” dal punto di vista energetico “avrebbe molto senso lavorare assieme come Stati membri per avere un maggiore potere d’acquisto”, ha auspicato l’alto funzionario Ue rispolverando un’idea discussa in più occasioni all’inizio della crisi del caro bollette e sostenuta anche dall’Italia.
“Stiamo infatti analizzando come mettere assieme dal lato Ue diversi Stati membri per comprare assieme gas o Lng”, ha precisato la fonte Ue.