AGI - Il giudice Stephen G. Breyer lascerà l'incarico alla Corte Suprema, dando la possibilità al presidente Joe Biden di nominare quella che sarà la prima giudice afroamericana della storia. A 83 anni, Breyer è il più anziano tra i nove giudici supremi e da tempo era stato oggetto di una neanche tanto sottile pressione da parte dei democratici perchè lasciasse l'incarico.
Non era questione d'età, o di salute, perchè Breyer è attivo, dinamico, molto impegnato sul lavoro, ma di numeri: il successore non intaccherà la super maggioranza conservatrice, che conta su sei giudici su nove, perchè Breyer è uno dei membri liberali della Corte, ma permetterà di far entrare una giudice progressista molto più giovane, in grado di servire per decenni.
Gli altri due rappresentanti democratici sono Elena Kagan, 61 anni, e Sonia Sotomayor, 67. Quanto l'età sia un fattore chiave lo ha mostrato il caso di Ruth Bader Ginsburg, giudice liberal scelta nel '93 dal presidente democratico Bill Clinton.
Pragmatica, progressista, icona dei movimenti di liberalizzazione delle donne, Ginsburg era rimasta al suo posto fino all'ultimo, prima della morte, per cancro, a 87 anni. La sua scomparsa, avvenuta sotto la presidenza di Donald Trump, aveva offerto al tycoon l'assist per sostituire un membro liberale con un giudice ultra conservatore e anti-abortista, Amy Coney Barrett, nominata undici giorni dopo la morte di Ginsburg.
La scelta ha rafforzato la maggioranza conservatrice, passata da un margine stretto di 5 a 4 a un netto 6-3. Barrett è stata il terzo giudice scelto da Trump, dopo Neil Gorsuch, successore dello scomparso Antonin Scalia, nominato l'1 febbraio 2017, e Brett Kavanaugh, al posto di Anthony Kennedy, scelto il 10 luglio 2018. Con Breyer i Democratici sanno, però, fin da ora, di perdere il più moderato dei tre giudici liberal, forse il meno sostenuto.
Scelto nel '94 da Clinton, un anno dopo Ginsburg, Breyer è stato da sempre un pragmatico, il liberal più propenso al dialogo con i conservatori. Il termine che si era concluso la scorsa estate era stato uno dei più significativi per lui. Breyer aveva scritto le motivazioni della Corte Suprema con cui veniva bocciato l'assalto all'Affordable Care Act, più noto come Obamacare, che garantisce una maggiore protezione sanitaria per le fasce deboli.
Sempre lui aveva firmato la decisione con cui si intimava Google a non violare la legge sul copyright in una guerra da miliardi di dollari con un altro Big Tech, Oracle. La decisione di Breyer offre a Biden l'opportunità storica di nominare una donna afroamericana, ma anche l'inizio di una nuova battaglia politica, perché la scelta dovrà poi passare sotto le forche caudine del Senato, dove democratici e repubblicani si dividono i cento seggi.
Ginsburg si era rifiutata di ritirarsi, durante la presidenza Obama, convinta che Trump non avrebbe vinto le elezioni. Con Biden in crollo di popolarità e una rielezione non così certa, l'addio anticipato di Breyer accelera i tempi e favorisce la Casa Bianca in questa transizione. Tra i nomi che circolano quelli di Ketanji Brown Jackson, 51 anni, giudice di Corte d'appello, o Leondra Kruger, 45, della Corte Suprema della California.
Nel '68 Richard Nixon promise di riempire la Corte di giudici scelti in nome del "law and order", legge e ordine, mentre nell'80 Ronald Reagan aveva promesso l'elezione della prima donna giudice, che poi fu Sandra Day òConnor. Trump è stato quello che ne ha scelti di più, tre. Biden può passare alla storia per aver portato la prima donna afroamericana. La strada sarà lunga e tortuosa, ma l'uscita di scena di Breyer è la prima buona notizia per il presidente sotto assedio da mesi.