AGI - Il faccia a faccia a Ginevra tra il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, come atteso non ha portato a nessuna svolta sull'Ucraina ma è stato un incontro "franco" che ha permesso di capire meglio le reciproche posizioni e di ribadire le richieste avanzate da entrambi, confermando la strada della diplomazia. È la fotografia scattata dal rappresentante americano al termine della riunione durata un'ora e mezza, confermando che il dialogo proseguira' per cercare di allentare le tensioni.
Tra i temi sul tavolo, le garanzie formali di sicurezza in Europa che Mosca ha richiesto il mese scorso a Usa e Nato in merito alle zone di influenza e alll'Ucraina fuori dalla Nato: Lavrov ha riferito che gli state promesse risposte scritte la prossima settimana, un fatto confermato anche da Blinken.
Mosca ha insistito che le truppe della Nato lascino Romania e Bulgaria, Paesi che non facevano parte dell'Alleanza prima del 1997, scatenando la reazione di Bucarest che ha parlato di pretesa "inaccettabile" che "non può essere oggetto di negoziati".
"Non ci aspettavamo che si verificassero importanti svolte oggi, ma credo che ora siamo su un percorso chiaro in termini di comprensione delle reciproche preoccupazioni e delle reciproche posizioni", ha riferito il capo della diplomazia Usa, che con l'omologo russo ha concordato "ulteriori discussioni in seguito".
"Antony Blinken ha convenuto che dobbiamo avere un dialogo ragionevole e spero che le emozioni diminuiranno - gli ha fatto eco Lavrov - Non posso dire se siamo o meno sulla strada giusta. Lo sapremo quando avremo una risposta".
Quanto a un nuovo incontro tra i leader dei due Paesi, Joe Biden e Vladimir Putin, per il capo della diplomazia russa è "prematuro" parlarne mentre il rappresentante americano non l'ha escluso. Blinken è anche tornato a chiedere il ritiro delle truppe russe ammassate vicino al confine ucraino e prove che Mosca non stia pianificando un'invasione: "Se vuole cominciare a convincere il mondo che non ha intenti aggressivi verso l'Ucraina, un buon modo per iniziare sarebbe rimuovere le forze dal confine".
"Non abbiamo mai minacciato il popolo ucraino", gli ha risposto Lavrov, insistendo che Mosca "non intende attaccare l'Ucraina". Da parte sua, Kiev ha accusato Mosca di aumentare le forniture di armi, munizioni ed equipaggiamento militare al Donbass nell'Est del Paese, controllato dai separatisti. L'esercito russo questo mese ha "trasferito segretamente su rotaia e su strada più di 7.000 tonnellate di carburante, diversi carri armati e unita' di artiglieria semoventi", ha fatto sapere l'intelligence ucraina, parlando di "reclutamento attivo di mercenari" inviati nelle regioni orientali.
A questo proposito, da Mosca il presidente della Duma - la Camera bassa del Parlamento russo - ha annunciato consultazioni con i leader dei partiti sul riconoscimento delle autoproclamate repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk, nell'Est dell'Ucraina, una mossa destinata ad attirare le condanne occidentali.