AGI - Dopo anni di attese, l'accordo Tra Israele e ThyssenKrupp Marine Systems per l'acquisto di tre sottomarini è stato concluso, portandosi pero' uno strascico di polemiche e recriminazioni tra il premier israeliano Naftali Bennett e il suo predecessore Benjamin Netanyhu per il prezzo della commessa militare, raddoppiato da quando nel 2017 venne raggiunta l'intesa. I due leader si rimpallano la responsabilità del costo lievitato: all'epoca erano 1,2 miliardi di euro, divenuti oggi 2,4. Il ministero della Difesa israeliano ha deciso comunque di procedere, tra le critiche dell'opposizione di destra secondo la quale il leader del Likud si era mosso per tempo per garantire l'acquisto di sottomarini a un prezzo ragionevole; sarebbe stato il nuovo esecutivo a ritardare la chiusura dell'accordo, dando modo così al gruppo tedesco di approfittarne per gonfiare il prezzo.
Dalla Germania hanno puntato il dito contro il costante aumento del prezzo del metallo che ha portato al rialzo, mentre dalla Difesa israeliana alti funzionari hanno affermato di aver avvertito per tempo chi di dovere, ma a ritardare la decisione è stata la crisi politica che per due anni ha lasciato lo Stato ebraico in balia di un susseguirsi di elezioni, bloccando anche l'approvazione del bilancio. Diversa la versione di Bennett, come riportata da Haaretz: il premier ha sostenuto di essere stato avvertito dalla Difesa, poco dopo aver assunto l'incarico l'estate scorsa, che bisognava concludere in fretta l'intesa o non ci sarebbero stati i tempi tecnici per la consegna dei sottomarini, mettendo a rischio la flotta israeliana - ormai antiquata - e quindi la sicurezza del Paese.
Da qui l'invito in Israele lo scorso agosto per l'allora cancelliera tedesca Angela Merkel, tra le preoccupazioni in Germania per lo scandalo di corruzione che circonda l'affare e che aveva portato già nel 2017 all'apertura di un'inchiesta da parte della procura israeliana, il cosiddetto 'caso 3000', che vede implicate una serie di figure legate a Netanyahu, tra cui il suo ex capo di gabinetto David Sharan e l'ex direttore del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Avriel Bar-Yosef, da lui nominato. Nel 2017, la Germania aveva fatto inserire una clausola che le permetteva di annullare l'accordo se i sospetti di corruzione fossero stati dimostrati.
Nei colloqui con la Merkel, Bennett avrebbe messo in chiaro di non avere alcun coinvolgimento nell'affare e aveva dato garanzie personali che l'iter dell'accordo sarebbe proseguito in maniera appropriata. Il premier inoltre avrebbe ritardato di diversi mesi l'istituzione di una commissione d'inchiesta sull''affare dei sottomarini', richiesta dal ministro della Difesa Benny Gantz, sostenendo che avrebbe bloccato i progressi per chiudere l'accordo con i tedeschi, infine completato.
In base all'accordo definitivo, firmato dal direttore generale del ministero della Difesa israeliano, il generale di divisione Amir Eshel, e dal presidente del cda di ThyssenKrupp Marine Systems, Rolf Wirtz, il primo sottomarino sarà consegnato entro nove anni; nell'intesa rientra anche la costruzione di un simulatore in Israele così come la fornitura dei pezzi di ricambio.
Il governo tedesco si è impegnato a coprire una parte della somma (600 milioni di euro) ed è stato firmato un accordo ventennale di cooperazione strategica industriale da 850 milioni di euro con il ministero dell'Economia di Berlino. Comprende investimenti in aziende israeliane e "comporterà l'apertura di nuovi mercati, formazione professionale, sviluppo tecnologico, opportunità di lavoro e un afflusso positivo sia per l'economia israeliana che per la Difesa", hanno fatto sapere gli israeliani. Gantz si è felicitato su Twitter, ringraziando il governo tedesco "per la sua assistenza nel portare avanti l'accordo e per il suo impegno a favore della sicurezza d'Israele", ma restano le polemiche. E per domenica è stata messa in calendario, nella riunione di governo, la votazione della commissione d'inchiesta.