AGI - È la presidente più giovane del Parlamento europeo, la terza donna nella storia dell'Istituzione e arriva da uno Stato minuscolo dell'Ue. Con questi record è stata incoronata la maltese Roberta Metsola, eurodeputata del Ppe. È stata scelta il giorno del suo 43esimo compleanno, votata da una coalizione larghissima (458 su 690 votanti, ne bastavano 309) che ha agganciato alla maggioranza Ursula (nata dall'accordo Ppe, S&d e liberali di Renew) anche una fetta della destra, tra cui il Gruppo Ecr, di cui fa parte FdI, e la Lega (del Gruppo Id).
Tuttavia almeno una trentina di deputati della sua coalizione (tra socialisti e liberali) ha preferito scegliere una tra le altre due candidate, Alice Bah Kuhnke, la svedese dei Verdi che ha ottenuto 101 voti (i membri del suo gruppo sono 73), e la spagnola della Sinistra, Sira Rego, che ha agguantato 57 voti (18 in più di quanto conti il suo gruppo).
"Siamo i primi della generazione Erasmus, gli ultimi della generazione Walesa e Havel", ha dichiarato nel suo discorso di insediamento. "Non vediamo né l'Europa vecchia né quella nuova", ha affermato. Ma lei l'Europa la conosce molto bene. Qui è cresciuta, anche politicamente. Ancora studentessa, si è unita al partito nazionalista di Malta (centrodestra) e ha fatto una campagna per l'adesione del suo Paese all'Ue nel 2003.
Un anno dopo, appena 25enne, ha tentato di essere eletta tra i primi eurodeputati maltesi. Non ce l'ha fatta. Ci ha riprovato nel 2009 e ha fallito di nuovo Anche il marito, il finlandese Ukko Metsola, è candidato nel suo Paese, senza più successo. Rinuncerà alla politica e ora lavora presso la Cruise Lines International Association (Clia) che rappresenta i crocieristi. Hanno quattro figli. Metsola su Twitter si definisce prima di tutto "madre".
"Mi ci sono voluti quasi dieci anni per diventare un'europarlamentare, avrei potuto rinunciare", ha ironizzato in seguito. Alla fine a Strasburgo ci è arrivata in seconda battuta nel 2013 quando il suo connazionale Simon Busuttil ha lasciato il posto per guidare l'opposizione a Malta. Nel frattempo però aveva studiato la gigantesca macchina dell'Unione.
Dopo un dottorato in giurisprudenza, si è formata al Collegio d'Europa di Bruges, fucina delle èlite europee. Ha poi lavorato per la Rappresentanza permanente di Malta presso l'Ue e poi al servizio dell'Alto rappresentante dell'Unione per la Politica estera. Diventata la candidata di spicco del suo partito maltese, è stata rieletta nel 2014 e poi nel 2019, acquisendo responsabilità all'interno del Ppe, in particolare sui temi dell'immigrazione e della difesa della libertà della stampa.
Nel 2020, è ancora una volta grazie a una partenza - quella di Mairead McGuinness nominata commissaria europeo per i Servizi finanziari - che diventa prima vice presidente del Parlamento europeo, offrendo alla piccola isola una posizione di primo piano. Nonostante il riconoscimento bipartisan della sua grande capacità di compromesso, è chiamata a rispondere - dal suo primo giorno di presidenza - delle sue posizioni anti-abortiste.
Nel 2015, gli eurodeputati maltesi del Partito nazionalista hanno affermato che l'aborto rimaneva "una linea rossa" da non oltrepassare e che era fuori questione che l'Ue si occupasse di questo argomento. Lei, ovviamente, la pensava come loro. Ma da presidente ha già promesso un cambio di rotta. "La posizione del Parlamento europeo sarà la mia, la promuoverò dentro e fuori alla Camera", ha assicurato rispondendo alla ricorrente domanda dei giornalisti durante la sua prima conferenza stampa.