AGI - Un intervento duro, per ricacciare indietro l’incubo del 6 gennaio, spazzare l’idea della frode elettorale e indicare all’America, senza mai nominarlo per nome e cognome, il vero responsabile dell’assalto: Donald Trump.
Nel giorno del primo anniversario dell’assalto al Congresso, il presidente Joe Biden ha accusato il suo predecessore di aver seminato una “rete di bugie” che ha fatto da base all’assalto portato avanti da migliaia di sostenitori trumpiani. In un discorso di venticinque minuti pronunciato dalla Statuary Hall di Capitol Hill, la sala con le statue dei più grandi americani, Biden ha definito Trump un uomo "dall’ego ferito" in cui il "potere prevale sui principi".
"Il suo ego ferito conta più per lui della nostra democrazia e della nostra Costituzione. Non può accettare di aver perso". L'attacco più duro mai pronunciato da Biden nei confronti del suo predecessore, in una giornata che però ha documentato le profonde divisioni che ancora permangono negli Stati Uniti su uno degli eventi più gravi della sua storia: i Democratici uniti nella condanna, la maggior parte dei Repubblicani assenti dal Congresso e anzi immersi nella negazione di quello che è successo. Trump ha replicato e ha accusato Biden di "dividere" l'America.
"Non è solo un ex presidente - ha insistito Biden - è un presidente sconfitto in elezioni corrette e regolari. Ha seminato una rete di bugie per nascondere il proprio fallimento, perché vede il proprio interesse come più importante di quello del Paese, l’interesse dell’America, e perché il suo ego ferito per lui conta più della nostra democrazia e della nostra Costituzione. Non è capace di accettare la sconfitta".
Biden non ha mai fatto il nome del magnate, ma lo ha evocato in ogni passaggio. "I sostenitori dell’ex presidente - ha aggiunto - stanno cercando di riscrivere la storia. Vogliono che voi vediate l’Election Day come l’insurrezione. Potete immaginare un modo più distorto di guardare al Paese? Di guardare all’America?". E ha insistito che si tratta di "un momento decisivo della storia, sia in Usa che all'estero: siamo impegnati in una lotta tra democrazia e autocrazia, tra le aspirazioni di molti e l'avidità di pochi".
Il capo della Casa Bianca ha rilanciato lo slogan usato per la campagna delle primarie democratiche, "stiamo facendo una battaglia per l’anima dell’America”, ricordato di essere in lotta per "difendere il diritto di voto”, in contrapposizione con i rivoltosi che hanno impugnato un “pugnale rivolto alla gola dell’America”.
“Cina e Russia - ha avvertito - puntano sul fatto che i giorni della democrazia siano contati”. Ma alla fine di tutto, a un anno dal momento più buio, in mezzo a un Paese polarizzato, in un Congresso disertato dai repubblicani, ha chiesto Biden, “dobbiamo decidere quale tipo di nazione vogliamo essere”. Una domanda che, al momento, e a vedere i sondaggi contraddittori, appare senza una risposta chiara.