AGI - A un anno dall'assalto al Campidoglio degli Stati Uniti, il 6 gennaio 2021, l'81% dei siti che avevano pubblicato disinformazione elettorale negli Usa continua a diffondere informazioni false sulle elezioni. Lo rivela un'indagine di NewsGuard, l'organizzazione indipendente che monitora la qualità dell'informazione online nel mondo: dei 113 siti statunitensi già segnalati per aver pubblicato disinformazione elettorale subito dopo le presidenziali del 2020 e che risultano ancora attivi, l'81% ha continuato a pubblicare informazioni false.
L'analisi di NewsGuard ha anche rivelato che la metà dei siti europei identificati lo scorso anno come diffusori di informazioni false sulle elezioni, e che oggi sono ancora attivi, ha continuato a pubblicare disinformazione sul tema.
Nel suo Centro di monitoraggio della disinformazione sulle elezioni del 2020, l'agenzia fondata nel 2018 da Steven Brill e L.Gordon Crovitz aveva individuato 159 siti che, tra il giorno delle elezioni (2 novembre 2020) e quello dell'inaugurazione del nuovo presidente (20 gennaio 2021), avevano diffuso fake news sulle elezioni.
Ora, a più di un anno di distanza dalle elezioni e a quasi un anno dall'assalto al Campidoglio, una nuova analisi ha messo in luce come la vasta maggioranza dei siti che hanno diffuso disinformazione sulle elezioni un anno fa hanno continuato a promuovere la teoria che le elezioni non siano state legittime, mentre minimizzavano l'assalto al Campidoglio, ne difendevano gli artefici o addossavano la responsabilità dell'attacco ad altri.
L'analisi di NewsGuard ha poi rivelato che 892 grandi marchi hanno finanziato i siti che in quel periodo hanno diffuso disinformazione sul 6 gennaio attraverso l'acquisto di spazi pubblicitari digitali, secondo i dati forniti da Moat Pro, uno strumento di advertising intelligence.
Un'altra indagine sempre di NewsGuard realizzata in collaborazione con Comscore, azienda che misura pubblico, traffico, e metriche pubblicitarie per decine di siti, aveva calcolato a inizio 2021 che le aziende hanno versato 2,6 miliardi di dollari ogni anno direttamente nelle casse dei siti che diffondono disinformazione attraverso la pubblicità programmatica. I brand che hanno fatto pubblicità su questi siti sono 892, il 32% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.