AGI - L'impantanarsi dei negoziati sul nucleare iraniano ha spinto Israele a mettere esplicitamente in campo l'opzione militare per impedire a Teheran di dotarsi della bomba atomica. La diagnosi sullo stato del dialogo in corso a Vienna è apparsa sconfortante sia per il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che per le controparti dei tre Paesi europei coinvolti nel negoziato (Francia, Germania e Gran Bretagna), incontrate in un vertice ristretto in occasione della ministeriale G7 di Liverpool. "Non c'è alcun progresso, a causa dell'offerta del governo iraniano, i negoziati sono tornati indietro di sei mesi", ha constatato il neo ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, "Il tempo sta scadendo".
Il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, negli Stati Uniti per convincere Washington ad aumentare la pressione sulla Repubblica Islamica, ha rivelato ieri di aver ordinato all'esercito di prepararsi a un possibile attacco militare contro Teheran. In un'intervista a Foreign Policy dello scorso settembre, Gantz si era detto disposto a "tollerare" un ripristino del Jcpoa, l'accordo, stracciato dagli Usa nel 2018, che era stato stretto per monitorare il programma nucleare civile iraniano e assicurarsi che non sviluppasse l'arma atomica. Il nuovo presidente dell'Iran, l'ultraconservatore Ebrahim Raisi, non ha però riportato il negoziato sul promettente binario percorso dal predecessore, il pragmatico Hassan Rohani. Al contrario, negli ultimi mesi l'arricchimento dell'uranio ha subito un'accelerazione preoccupante e gli ispettori dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) non hanno più l'accesso necessario alle centrali.
I colloqui di Vienna non hanno portato a risultati, ha osservato Gantz, e gli altri Paesi hanno compreso che Teheran li sta "prendendo in giro" e "sta prendendo tempo perché sta giocando a poker con una cattiva mano". Secondo quanto riferito da fonti ben informate alla stampa israeliana, giovedì scorso Gantz avrebbe aggiornato il Pentagono sulla scadenza necessaria alle forze armate dello Stato ebraico per essere pronte ad attaccare l'Iran. Da Washington, aggiungono le fonti "non è giunto alcun veto". Giovedì scorso Gantz ha incontrato sia l'omologo statunitense, Lloyd Austin, che Blinken. Dalle autorità Usa è giunto anche un invito a fermare gli insediamenti di coloni nei territori palestinesi per favorire una soluzione con "due popoli e due Stati", hanno fatto sapere ancora le fonti.
Secondo Gantz, Teheran sta ammassando truppe nell'Ovest "per attaccare nazioni ed eserciti nel Medio Oriente in generale e Israele in particolare". "Ci stiamo preparando per ogni simile tentativo e faremo tutto il necessario per proteggere i nostri cittadini e le nostre risorse", ha aggiunto il ministro venerdì scorso. L'Iran "non è solo una minaccia alla nostra sicurezza fisica" ma "una minaccia concreta per il nostro stile di vita e i nostri valori condivisi", ha proseguito Gantz, "nelle sue aspirazioni egemoniche l'Iran cerca di distruggere tutte le tracce di libertà, dignità umana e pace nel Medio Oriente e oltre, e il programma nucleare è uno strumento per il suo disegno egemonico". Per contrastare questo disegno, avrà un ruolo chiave la cooperazione tra Israele e i Paesi arabi che hanno normalizzato le relazioni con lo Stato ebraico. La recente esercitazione congiunta nel Mar Rosso di Usa, Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein è stata menzionata da Austin come un'indicazione del cammino da seguire.