AGI - Scheletrico, anemico, sgraziato... in una parola 'spelacchio': esattamente come era accaduto nel 2017 a Roma, anche Londra ha il suo 'spelacchio', uno smunto albero di Natale nel bel mezzo di Trafalgar Square.
È il tradizionale abete norvegese che, dal 1947, ogni anno, la Norvegia regala al Regno Unito per ringraziare del sostegno ottenuto durante la Seconda Guerra Mondiale. Eppure quest'anno il regalo è stato a dir poco malriuscito, un catalizzatore di tali e tanti critiche da far correre ai ripari il consiglio comunale di Oslo, che voterà se inviarne un altro in fretta e furia a Londra.
L'abete norvegese, alto 21 metri, è approdato nella capitale britannica il mese scorso e da subito si è attirato le critiche. Si sono scatenati i 'leoni da tastiera', qualcuno ha azzardato che potrebbe esser stata la vendetta dei norvegesi per il licenziamento del connazionale Ole Gunnar Solskjaer come allenatore del Manchester United.
Il consiglio comunale di Westminster ha tentato di difendere i rapporti di amicizia: "Non so che aspetto abbia un albero alto 20 metri e di 90 anni, ma certo sarà diverso da quello che hai nel giardino di casa tua", ha risposto piccato un portavoce.
Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, è apparso un po' di parte nel definirlo "splendido". Un giornalista norvegese, Gry Blekastad Almas, ha assicurato che non c'era niente di personale nel regalo mal riuscito e ha semplicemente spiegato che qualche ramo si è semplicemente spezzato nel trasporto. Insomma una vicenda che rischia di sfiorare la crisi diplomatica.
A Oslo hanno recepito e sono pronti a votare se debba essere sostituito. L'imbarazzo è tale che una consigliera, Anne Haabeth Rygg, ha addirittura ipotizzato che la capitale norvegese paghi per l'abbattimento di un nuovo albero in Gran Bretagna, piuttosto che spedirne un altro che potrebbe non arrivare in tempo per Natale (gli abeti vengono trasportati via mare e poi su camion). L'esito però è incerto. Già la sindaca di Oslo, la socialista Marianne Borgen, ha detto che voterà contro: quello inviato "non era l'albero di Disney, né albero di plastica" ma un esemplare proveniente da una foresta naturale -ha sentenziato- e "c'era da aspettarsi che avesse un aspetto irregolare". Insomma, che Oslo ne invii un altro è tutt'altro che scontato.