AGI - Israele è pronto ad una azione "per proteggersi" dall'Iran nel caso in cui la comunità internazionale non riuscisse a impedire a Teheran di avere armi nucleari: lo ha detto il presidente israeliano Isaac Herzog ricevendo il nuovo ambasciatore Usa, Tom Nides. L'Iran, ha aggiunto Herzog, "è la più grande sfida che Israele e gli Usa hanno davanti". "Stiamo seguendo da vicino i negoziati della comunità internazionale con l'Iran" a Vienna, ha proseguito il capo dello Stato ebraico secondo quanto riporta Times of Israel.
Poi Herzog ha avvertito: "Siamo pronti ad accogliere positivamente una soluzione diplomatica ampia che risolva la minaccia nucleare iraniana. Ma se non si riuscisse ad arrivare a questa soluzione, sappiate che Israele avrà sempre tutte le opzioni aperte. Se la comunità internazionale non prenderà una posizione vigorosa su questo tema, Israele lo farà. Israele si proteggerà". Da parte sua, l'ambasciatore Usa ha assicurato che Washington è impegnata affinché l'Iran "non sviluppi mai un'arma nucleare".
Secondo i media israeliani, inoltre, il capo del Mossad, David Barnea, è a Washington per sollecitare un'azione militare contro l'Iran, cavalcando il possibile fallimento dei negoziati sul nucleare. Lo scrive il 'Jerusalem Post' ancticipando che Barnea sarà raggiunto giovedì negli Stati Uniti dal ministro della Difesa, Benny Gantz, in visita ufficiale.
Secondo quanto riferito, i colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran sono sull'orlo di un'ennesima crisi. Fonti israeliane ritengono che il loro fallimento potrebbe aiutare a persuadere gli Stati Uniti ad aumentare la pressione su Teheran.
Giovedì scorso, in una telefonata tra il primo ministro Naftali Bennett e il segretario di Stato americano Antony Blinken, Israele ha chiesto agli Usa la "fine immediata" dei colloqui di Vienna sul nucleare iraniano. E oggi Bennett ha lanciato un appello durante la riunione di governo: "Chiedo ad ogni Paese impegnato nei colloqui con l’Iran a Vienna di assumere una rigida linea e chiarire che Teheran non può arricchire l’uranio e al tempo stesso negoziare".
Venerdì scorso, lo stesso Blinken ha affermato che l'ultimo round di colloqui sul nucleare iraniano si è concluso perché la Repubblica islamica “non sembra essere seria”.