AGI - Migliaia di manifestanti hanno bloccato i ponti e le strade nelle principali città serbe per protestare contro l'offerta di nuove concessioni minerarie a multinazionali come Rio Tinto e la cinese Zijin, nel timore che i progetti causino gravi danni ambientali.
Il governo di Belgrado ha aperto la trattativa con gli investitori stranieri dopo l'approvazione di due nuove leggi che danno più poteri allo Stato per l'espropriazione di terreni privati e rendono più difficile per la popolazione contrastare progetti ritenuti inquinanti. Blocchi stradali sono stati registrati a Belgrado, Novi Sas, Sabac, Uzice, Nis e Zajecar. Migliaia di persone si sono raccolte sul principale ponte della città intonando "Rio Tinto vai via dal fiume Drina".
"Protestiamo per proteggere la nostra terra, la nostra acqua e la nostra aria", ha spiegato Stefan, uno studente, a Reuters, "non vogliamo che vengano vendute a basso prezzo".
Rio Tinto ha promesso di rispettare tutti gli standard ambientali nazionali ed europei ma gli ambientalisti ritengono che il progetto da 2,4 miliardi di dollari per una miniera di litio possa contaminare in modo irreversibile l'acqua potabile nell'area.
Le proteste sono un grattacapo notevole per il presidente Aleksandar Vucic, che l'anno prossimo si gioca la riconferma alle elezioni presidenziali e parlamentari. Vucic ha promesso che, una volta che sarà completato lo studio sull'impatto ambientale del progetto di Rio Tinto nel villaggio di Gornje Nedeljice, dove la multinazionale anglo-australiana ha già iniziato ad acquistare terra, verrà convocato un referendum per lasciar decidere alla popolazione se andare avanti con il progetto.