AGI - Arrivato in testa al primo turno delle primarie di Les Républicains, Eric Ciotti potrebbe diventarne a sorpresa il candidato alle presidenziali in caso di vittoria al ballottaggio con Valérie Pécresse. Nato a Nizza nel 1965, Ciotti si è laureato a Sciences Po Parigi nel 1988 e ha subito iniziato la sua carriera in politica come assistente parlamentare di Christian Estrosi (attuale sindaco di Nizza) fino al 1992.
Dal 1995 al 1998 è stato l'assistente di Jean-Claude Gaudin al consiglio regionale Provenza Alpi Costa Azzurra. È deputato delle Alpi Marittime dal 2007 e presidente del consiglio dipartimentale, dal 2008 al 2017, oltre ad essere questore dell'Assemblea nazionale dal 2018. Alle presidenziali del 2017 ha sostenuto Francois Fillon e al ballottaggio ha rifiutato di pronunciarsi tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen.
È un membro influente di Les Républicains nella sua regione e a livello nazionale e prima ancora - dal 2009 - ha ricoperto diversi incarichi nell'Unione per un movimento popolare (Ump) fondato da Jacques Chirac, in qualità di segretario nazionale incaricato delle questioni di sicurezza, delegato generale incaricato delle federazioni poi vicesegretario generale delle federazioni di partito e presidente della Commissione nazionale per le investiture. Le sue proposte di legge riguardano spesso la politica di sicurezza della Francia.
Nel 2019, Ciotti ha aggiunto con successo un emendamento a un disegno di legge sull'istruzione per rendere obbligatorio in tutte le classi esporre sia una bandiera francese che una bandiera dell'Unione europea. Nel 2020 ha proposto all'Assemblea nazionale un disegno di legge che vieterebbe la diffusione di immagini raffiguranti funzionari di polizia nazionale, polizia municipale, militari e doganieri; con una pena massima di 15 mila euro e un anno di reclusione per i trasgressori.
Ciotti, figura molto mediatica, rivendica la sua linea come quella più a destra all'interno del partito conservatore e ama sottolineare la fedeltà al partito e la costanza delle sue idee. Da anni ambiva alla poltrona di ministro dell'Interno, ma ora è a due passi dalla candidatura all'Eliseo.
Al centro del suo programma elettorale c'è il trittico immigrazione, sicurezza e autorità. Fa molto discutere all'interno del partito la sua posizione nei confronti del controverso saggista di estrema destra Eric Zemmour, non respingendo l'idea di sostenerlo in caso di ballottaggio con Emmanuel Macron.