AGI - Il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, ha deplorato le restrizioni sui viaggi imposte ad alcuni Paesi dell’Africa meridionale in risposta alla variante Omicron, denunciando una decisione contraria agli impegni presi dalle nazioni del G20 il mese scorso. In effetti la dichiarazione di Roma, sottoscritta dai 20 leader mondiali, sancisce innanzitutto, al punto 2, di “rafforzare ulteriormente la nostra risposta comune alla pandemia”, convinti del “ruolo cruciale del multilateralismo nella ricerca di soluzioni condivise ed efficaci”.
Nello specifico, in merito ai viaggi internazionali, il punto 39 della dichiarazione di Roma ne ha decretato “il riavvio in modo sicuro e ordinato, coerentemente con il lavoro delle organizzazioni internazionali competenti”. Pur tenendo conto delle politiche nazionali di salute pubblica, il G20 ha riconosciuto “l'importanza di standard condivisi per garantire viaggi senza interruzioni”.
Tali standard riguardano “requisiti e risultati dei test, certificati di vaccinazione e l'interoperabilità e il riconoscimento reciproco delle applicazioni digitali, proteggendo la salute pubblica e garantendo la privacy e protezione dei dati”.
Per giunta i leader del G20 avevano ribadito “il ruolo essenziale del personale addetto ai trasporti e la necessità di un approccio coordinato al trattamento degli equipaggi aerei, marittimi e terrestri, coerente con gli standard di salute pubblica e con il principio di non discriminazione”.
L’identificazione della variante Omicron ha portato finora gli Stati Uniti e i 27 dell’Une a sospendere i viaggi da Botswana, Eswatini, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sudafrica e Zimbabwe. Chi proviene da questa zona e ha diritto a entrare nell'Ue si dovrà sottoporre a test e a un periodo di quarantena.
“Siamo profondamente delusi dalla decisione di diversi Paesi di vietare i viaggi da un certo numero di Paesi dell'Africa meridionale” ha dichiarato Ramaphosa, per il quale tale provvedimento rappresenta “un chiaro e completamente ingiustificato allontanamento dall'impegno preso alla riunione dei Paesi del G20 a Roma il mese scorso”.
L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha già lanciato un accorato appello affinchè “le frontiere restino aperte”, elogiando "velocità e trasparenza dei governi del Sudafrica e del Botswana" nell'"informare il mondo" di questa nuova variante.
La direttrice dell'ufficio dell'Oms per l'Africa, Matshidiso Moeti, ha anche esortato i Paesi a "rispettare i loro obblighi legali e attuare una salute pubblica basata sulla scienza" perché è "fondamentale" che i Paesi che condividono i dati ricevano sostegno.