AGI - Sarà un satellite italiano a dirci se Dart riuscirò a salvare la Terra dall'impatto con un asteroide. A filmare gli ultimi momenti della prima missione di difesa planetaria della Nasa sarà un CubeSat, un satellite grande come una scatola di scarpe e pesante poco più di un chilo, realizzato dall'Agenzia spaziale italiana.
Dart è stato lanciato con successo dagli Stati Uniti con lo scopo di deviare un asteroide dalla sua orbita al fine di testare la tecnologia che sarebbe necessaria per evitare una collisione con la Terra. Il CubeSat mde in Italy si sgancerà dal vettore poco prima della collisione per catturare immagini e video dell'impatto e dei suoi effetti sulla traiettoria di Dimorphos, piccola luna dell'asteroide Didymos.
Il decollo per la missione Double Asteroid Redirection Test (da qui l'acronimo) è avvenuto senza complicazioni alle 22:21 ora locale (le 7:21 in Italia) a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9 dalla Vandenberg Space Force Base, in California.
"Questo è il culmine del lavoro e dello sforzo di centinaia di persone alla Nasa e in altri centri andato avanti per molti anni", ha affermato Kelly Fast, uno scienziato dell'Ufficio di coordinamento della difesa planetaria dell'Agenzia spaziale.
Essenziale per la difesa planetaria
Questa missione è essenziale per la strategia di difesa planetaria della Nasa, che studia, analizza e misura tutti gli asteroidi vicini alla Terra e le loro traiettorie per comprendere e ridurre il pericolo di un possibile impatto, ha spiegato Luis Rodríguez del Hopkins Applied Physics Laboratory e membro del team Dart.
La navicella si dirigerà verso l'asteroide Didymos e la sua piccola luna, Dimorphos, che sarà il bersaglio dell'impatto per alterarne l'orbita.
Esame dell'impatto
Una volta che Dart si sarà scontrata con Dimorphos, la NASA esaminerà i cambiamenti nella sua orbita attorno a Didymos per valutare se il sistema è praticabile per difendere la Terra nel caso in cui un asteroide rappresenti una minaccia per il pianeta in futuro.
Affinché l'impatto sia efficace, Dart viaggerà a circa 6 chilometri al secondo, una velocità necessaria perché lo schianto alteri la traiettoria di Dimorphos, largo una settantina di metri. L'impatto non avverrà prima dell'autunno 2022 e se avrà successo rappresenterà il primo capitolo degli sforzi per proteggere tutta l'umanità dal pericolo apocalittico degli asteroidi, anche se, secondo Rodríguez nessun asteroide conosciuto minaccerà la Terra nei prossimi 100 anni.
Una missione da 300 milioni di dollari
Secondo la Nasa, la missione costerà circa 330 milioni di dollari (293 milioni di euro), di cui quasi 310 per lo sviluppo della navicella spaziale decollata questo martedì dalla California. Altre spese includono servizi di lancio e altre operazioni e analisi dei dati raccolti durante e dopo l'impatto con l'asteroide.
I dati della missione saranno combinati con quelli della missione Hera, dell'Agenzia spaziale europea programmata tra il 2024 e il 2026 per analizzare più nel dettaglio gli asteroidi e il cratere che Dart lascerà su Dimorphos.