AGI - "Fortunatamente nessuno è rimasto ferito, ma le nostre barche hanno dovuto interrompere la missione di rifornimento": lo ha detto il ministro degli esteri filippino, Teodoro Locsin, su Twitter, definendo l'azione delle tre navi cinesi "illegale".
Secondo Manila, le navi hanno sparato con cannoni ad acqua sulle imbarcazioni filippine che, ha riferito Locsin, erano civili e protette da un accordo di difesa reciproca con gli Stati Uniti. "La Cina non ha alcun diritto di pattugliamento in queste zone e nei dintorni", ha aggiunto spiegando che "dovrebbe farsi da parte".
Le tensioni con la Cina
Le tensioni in questa zona marittima sono aumentate nel 2021 dopo che centinaia di navi cinesi sono state avvistate su Whitsun Reef, che è anche parte dell'arcipelago Spratly. La Cina rivendica quasi tutto il Mar Cinese Meridionale, attraverso il quale passano ogni anno miliardi di dollari di commercio, ed è rivendicato anche da Brunei, Malesia, Filippine, Taiwan e Vietnam.
Pechino ha peraltro ignorato una sentenza del 2016 di un tribunale internazionale che ha dichiarato infondata la sua rivendicazione storica sulla maggior parte del mare. Il presidente filippino uscente Rodrigo Duterte ha cercato di prendere le distanze dagli Stati Uniti, la potenza coloniale del paese, per avvicinarsi alla Cina da quando è salito al potere nel 2016, e ha evitato di affrontare Pechino. Ma di fronte alla pressione interna per prendere una posizione più dura, Duterte ha insistito che la sovranità filippina sulle sue acque non è negoziabile. Per ora, da Pechino, nessun commento alle parole del ministro filippino.