AGI - Eric Zemmour registra una battuta d'arresto, rimonta Le Pen e Macron vira a destra per recupera l'elettorato. Cambia la scenario per il giornalista e polemista che ha rappresentato la grande sorpresa nei sondaggi sulle elezioni presidenziali francesi del 2022. La sua ascesa è stata folgorante, incredibile, avvenuta nell'arco di una manciata di mesi.
Era riuscito a superare la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, collocandosi al secondo posto di quasi tutti i sondaggi, nei quali l'attuale presidente Emmanuel Macron resta saldamente in testa. Ma adesso Zemmour è fermo; anzi, secondo alcuni istituti come Odoxa e Elabe ha perso due punti scendendo in terza posizione, scavalcato dalla sua principale rivale, Le Pen.
Come se non bastasse, il giornalista e polemista è sotto processo per istigazione all'odio e a offese razziali per le dichiarazioni sui migranti minori fatte a fine settembre 2020. Non solo, ieri è stato anche respinto dalla Royal Institute di Londra, che prima gli aveva concesso la possibilità di tenere una conferenza e poi gli ha chiuso la porta in faccia ritenendo che i rischi di ospitarlo siano superiori ai vantaggi.
Ce que je veux dire aux Gilets Jaunes :
— Eric Zemmour (@ZemmourEric) November 17, 2021
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Il polemista in difficoltà
Secondo alcuni organi di informazione francese, il suo entourage lo sta spingendo a dichiararsi candidato senza indugio. Ma cosa gli sta veramente accadendo? Secondo il politologo Guillaume Bigot, intervistato da CNews, il polemista sta pagando adesso soprattutto l'effetto novità. "C'è stata una immensa curiosità per lui per il fatto che ha cambiato status - osserva l'analista - passando da noto giornalista a (potenziale) candidato".
Bigot ritiene inoltre che Zemmour, al contrario della Le Pen, "appartiene all'elite e per cancellare l'effetto Rotary Club assume posizioni trumpiste nel tentativo di sedurre la parte di elettorato più fragile, ma questa strategia è rischiosa".
Ma c'è un altro elemento: "Le Pen è disprezzata dalla casta", osserva poi Bigot che sottolinea comunque come la rappresentante di Rn sia, nel bene e nel male, realmente l'unica forza populista francese.
La cosa che sorprende, spiega il politologo, è che "in alcuni ambienti di potere, a cominciare dall'Eliseo, si può immaginare che ci sia un interesse a vedere Zemmour salire nei sondaggi per far scendere il candidato Repubblicano Bertrand, quello per il momento più accreditato per i gollisti". In quest'ottica Macron "vedrebbe Le Pen al secondo turno come la garanzia della sua rielezione".
Un dato è comunque incontrovertibile: in Francia il vento tira a destra e Macron lo ha intuito assumendo posizioni più di destra che di sinistra. Non solo sul grande tema della sicurezza, del fondamentalismo islamico che minaccia il Paese quotidianamente - basta vedere la frequenza degli attentati o tentativi di attentati - ma anche sull'economia e su un altro tema molto sentito come quello delle pensioni.
"Bisognerà lavorare di più ritardando l'età pensionabile", ha affermato nel suo ultimo discorso alla nazione annunciando che la riforma si farà dopo il voto. Il vento tira a destra e a dirlo è anche un recente sondaggio di Fondapol nel quale il 56% degli intervistati ha detto che al primo turno delle presidenziali voterà per un candidato di destra "certamente", "quasi certamente" o "probabilmente".
Il 34% ha invece risposto che voterà per un candidato di sinistra "certamente", "quasi certamente" o "probabilmente". La frammentazione dell'offerta politica a destra rischia però di danneggiare questo campo.
Motivo per il quale Robert Menard, sindaco di Beziers, giornalista e cofondatore di Reporters sans frontieres, ha lanciato un appello all'unità a Zemmour e Le Pen: "Ho proposto che a febbraio, quando solitamente prendono definitivamente forma le intenzioni di voto, chi dei due sarà dietro all'altro (nei sondaggi, ndr) si ritiri per lasciare spazio all'altro posizionato meglio", ha spiegato Menard all'Agi.