AGI - Il leader dei Verdi, Robert Habeck, non esita a chiamarlo un "de facto lockdown dei non vaccinati": a fronte del drastico aumento dei contagi (oggi per la prima volta è stata registrata un'incidenza superiore a 300 infezioni su 100 mila abitanti nei sette giorni), i partiti alle prese con le trattative per la formazione di un governo 'semaforo' (Spd, Verdi ed Fdp) hanno elaborato misure più rigide di quelle annunciate la settimana scorsa, tutte da ancorare ad una imminente riforma della legge sulla protezione dalle infezioni.
Come tra gli altri anticipa la Zeit online, tra le restrizioni anti-Covid in via di approvazione c'è la possibilità di ricorrere di nuovo alla limitazione dei contatti personali e sociali nonchè il divieto ai non vaccinati di accedere ai mezzi pubblici in assenza di un tampone anti-Covid negativo, e questo a prescindere dall'obbligo di mascherina. Come appunto ha affermato il co-leader dei Verdi, Habeck: "La limitazione dei contatti e la regola del '2G' (ossia l'accesso solo a chi è immunizzato o guarito dal virus) in ampie parti significa de facto che si tratta di un lockdown per i non vaccinati".
In un documento comune sottoscritto dai tre partiti si afferma, per esempio, che "dovrà essere aggiunta nel catalogo delle misure la possibilità di poter disporre limitazioni ai contatti nello spazio pubblico come in quello privato". Il punto è che senza queste precisazioni, dato che al 25 novembre rimane in scadenza lo stato d'emergenza epidemica (socialdemocratici, ambientalisti e liberali non intendono rinunciarvi), non sarebbe possibile varare nuove restrizioni nei contatti sociali. Rimane invece ferma la possibilità da parte dei singoli Laender di mantenere il diritto di decidere per quel che riguarda il divieto di eventi pubblici, che siano concerti o incontri sportivi, ma anche ipotetiche chiusure di scuole superiori o l'accesso negato a cliniche.
Secondo quanto affermato dai partiti 'semaforo', i Laender non potranno tuttavia decidere in autonomia la chiusura di ristoranti o bar, la limitazione di attività sportive o le serrande abbassate nel commercio. L'obiettivo è di "contrastare in maniera mirata lo sviluppo dell'epidemia che è molto diverso nelle diverse regioni", si afferma ancora nel documento. In pratica, si tratta di una riforma dell'attuale legge sulla protezione dalle infezioni "con una nuova base di diritto", come sottolinea sempre Habeck, secondo il quale "non ci saranno più dei lockdown generalizzati che prescindano dalla distinzione tra vaccinati e non vaccinati".
Secondo Spd, Verdi e liberali (che contano di formare il nuovo governo federale nella seconda settimana di dicembre) le nuove misure previste nei piani resteranno in vigore fino al 19 marzo 2022, con la possibilità da parte del Bundestag di rinnovarne la validità per tre mesi. Il voto per la modifica della legge per la difesa della protezione è previsto per questo giovedi'.
E' invece polemica sulla proposta del ministro al Lavoro uscente, il socialdemocratico Hubertus Heil, di reintrodurre lo smart working: critiche sono arrivate per esempio dal fronte Cdu/Csu, dove si afferma che si tratterebbe "di un segnale sbagliato nei confronti di un'economia che si sta lentamente normalizzando", mentre "l'approccio giusto" sarebbe la sola applicazione sul posto di lavoro della regola del '3G' (accesso a vaccinati, a chi è guarito e a chi presenta un tampone negativo).
Favorevoli, invece, i Verdi, per i quali il ritorno al telelavoro "può contribuire a tornare ad avere il controllo" della pandemia da coronavirus. Stando ai progetti del ministro Heil, gli impiegati dovranno poter presentare ai datori di lavoro la prova dell'avvenuta vaccinazione oppure della guarigione. Altrimenti si potrà accedere al posto di lavoro solo se presenteranno ogni giorno un tampone negativo non precedente alle 24 ore se è un test antigenico rapido o alle 48 ore se è molecolare. E le aziende rischieranno delle multe salate se non procederanno ai relativi controlli.