AGI - Ultima decisiva giornata dei negoziati a Glasgow, al vertice Onu per il clima. Negli ultimi giorni le speranze che si trovi un accordo per limitare il riscaldamento globale a un aumento di 1,5°C rispetto ai valori preindustriali si sono decisamente affievolite.
Nonostante il summit si sia concentrato su 'nodi' molto simili a quelli degli anni precedenti, come il progressivo abbandono dei combustibili fossili a favore delle rinnovabili o la ricerca di un consenso per regolamentare i mercati del carbonio, questa volta il grande ostacolo sembra essere anche il finanziamento: i Paesi più poveri vogliono più soldi e più a lungo di quanto i Paesi ricchi siano disposti a concedere.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Gutteres, ha avvertito che il limite di 1,5 °C, considerato come quello massimo per evitare le conseguenze più catastrofiche del cambiamento climatico, è "attaccato alle macchine di supporto vitale".
L'agenda per oggi è aperta e i lavori, per la verità, potrebbero anche slittare e chiudersi nel week-end (come accadde a Parigi). Il governo britannico ha più volte insistito nella volontà di chiudere i lavori entro il termine prescritto e, nelle ultime ore, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea per il Green Deal, Frans Timmermans, ha detto di aver rilevato una “dinamica positiva” e una crescente sensazione tra i leader che "si voglia arrivare a un accordo”.
Ma, dal dire ai fatti, "c'è molto lavoro da fare", ha confermato lo stesso presidente della Cop26, Alok Sharma, pur assicurando di apprezzare "quanto si stiano impegnando le delegazioni" e che hanno affrontato una "sfida monumentale" per raggiungere una conclusione credibile.
Il premier Boris Johnson presumibilmente farà un ultimo tentativo in extremis per non far fallire il summit che è stato annunciato come l'ultima possibilità dell'umanità di allontanare la minaccia di un devastante cambiamento climatico.