AGI - I Verdi hanno stoppato la presentazione, prevista per oggi, del calendario per la formazione del governo ‘semaforo’, per il quale sono in trattativa con i liberali e i socialdemocratici.
Lo scrive la Sueddeutsche Zeitung sul suo sito, che spiega il “freno” della road map con una certa insoddisfazione per come stanno procedendo i negoziati. "Vediamo uno scarso progresso per quello che riguarda la sostanza dei contenuti” nelle trattative per la coalizione con Spd ed Fdp, ha detto il capo organizzativo degli ambientalisti, Michael Kellner. In particolare, sono citati i temi della difesa del clima, le finanze e migrazioni.
Se il blocco dovesse durare, sarebbe difficile arrivare alla formazione del nuovo esecutivo nella seconda settimana di dicembre, come previsto, con annessa elezione di Olaf Scholz a cancelliere.
In origine era previsto che i tre partiti impegnati negli incontri volti a formare la nuova coalizione di governo in Germania - Spd, Verdi e liberali - presentassero oggi un documento in cui venivano fissate le prossime tappe dei negoziati in corso.
Tra i propositi originari ci sarebbe quello di presentare entro il 10 novembre i risultati dei lavori dei 22 gruppi tematici composti da esponenti dei tre partiti. Dopodiché, scrive ancora la Sueddeutsche Zeitung, i vertici di socialdemocratici, Verdi e liberali avrebbero dato una loro valutazione del lavoro compiuto, per poi illustrare intorno al 22 novembre il contratto di coalizione. Se questo accade e la road map verrà rispettata, entro le prime due settimane di dicembre si poteva passare all’elezione del cancelliere.
“Ma le cose non stanno andando così armonicamente come finora è stato comunicato”, sottolinea il quotidiano di Monaco. “I Verdi hanno stoppato il ‘calendario’ dei lavori per esercitare pressione” sugli altri partiti.
Dal punto di vista del partito ambientalista guidato da Robert Habeck e da Annalena Baerbock, non ci sono ancora i risultati sperati per quel che riguarda per esempio l’ammontare degli investimenti sul clima, sulle infrastrutture, nell’istruzione e nel campo della digitalizzazione. Qui è in ballo anche la questione del ‘freno del debito’ pubblico, ancorato anche alla Costituzione: volendo tener fede al dogma di non contrarre nuovo debito, apparentemente non si è ancora riusciti a capire come reperire i fondi per tanti progetti. Ma i Verdi insistono sulla presentazione di un concerto piano di finanziamenti.
A quanto sussurrano le gole profonde, si segnalano divergenze – ampiamente previste – non solo tra i Verdi e i liberali, ma anche una certa insofferenza degli ambientalisti nei confronti dell’Spd, a cominciare da quello che sarebbe un atteggiamento troppo tiepido per quello che riguarda la lotta al clima, mentre altri ostacoli ancora da superare si sarebbero registrati nelle politiche sociali.
I Verdi hanno fatto sapere che non si tratta di “differenze insuperabili”. Ma se ci saranno “ritardi” nella data di elezione di chi prenderà il posto di Angela Merkel, questo dipenderà da quel che possono mettere sul tavolo i socialdemocratici e i liberali.