AGI - Un accordo "storico" su una tassa minima del 15% sugli utili delle multinazionali e l'annuncio della ripartenza del tavolo sul nucleare iraniano sono i principali risultati della prima giornata del G20 di Roma. Sono però ancora forti le distanze fra i Paesi sulla lotta al cambiamento climatico, abbastanza da mettere a rischio l'esito dell'imminente Cop26 di Glasgow.
L'accordo quadro sulla tassa minima globale, sostenuto da quasi 140 Paesi, era stato sottoscritto in occasione del G20 dell'Economia dello scorso ottobre.
L'intesa ha l'obiettivo di evitare che le grandi aziende trasferiscano i loro utili in nazioni considerate paradisi fiscali e far sì che le società che operano nel commercio elettronico paghino le tasse nei Paesi dove operano e non in quelli dove hanno la sede fiscale.
"Questo è più di un accordo fiscale, è la diplomazia che riplasma la nostra economia globale e porta risultati per i nostri popoli", ha commentato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
La segretaria al Tesoro, Janet Yellen, anch'ella presente a Roma, ha assicurato che ora verrà "posta fine alla dannosa corsa al ribasso sulla tassazione delle aziende".
Ci sono invece pochi elementi sulla ripresa del negoziato sul programma nucleare iraniano, al quale è stato dedicato un vertice ristretto al quale hanno partecipato Biden, il premier britannico Boris Johnnson, il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel, accompagnata - in un formato inedito - dal suo probabile successore, il ministro delle Finanze Olaf Scholz.
Interpellato sul tema, Biden ha risposto a un cronista che "è già in programma" la ripartenza delle trattative, senza fornire ulteriori dettagli.
I leader di Stati Uniti, Germania, Francia e Gran Bretagna hanno espresso la loro "grave e crescente preoccupazione" per le attività nucleari iraniane e s sonio detti "convinti che rimanga possibile raggiungere e attuare rapidamente un'intesa sul ritorno alla piena conformità" purché "l'Iran cambi rotta".
Ancora maggiore è la preoccupazione che le divergenze sulla lotta al riscaldamento globale facciano naufragare la Conferenza Onu di Glasgow prima ancora che inizi. Di "serio rischio di fallimento" ha parlato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e la nuova bozza della dichiarazione finale non lascia ben sperare. Trovare un compromesso tra l'Occidente e le potenze asiatiche appare complicato. Cina e India si rifiutano di impegnarsi ad azzerare le emissioni di gas serra, sostenendo che le loro economie, e molti altri Paesi in via di sviluppo, pagherebbero un prezzo troppo alto da una stretta sui combustibili fossili. Sulla stessa linea la Russia, che invita piuttosto i Paesi del G7 ad abbattere presto i deficit accumulati durante la pandemia per evitare uno shock inflazionistico su scala globale. La nuova bozza, rispetto alla prima versione anticipata da Reuters, elimina i riferimenti alle "azioni immediate" necessarie a limitare l'incremento della temperatura globale a 1,5 gradi centigradi, come previsto dagli accordi di Parigi, e afferma che "per mantenere l'obiettivo degli 1,5 gradi a portata di mano occorreranno azioni significative ed efficaci da tutti i Paesi".
Ma l'aspetto più significativo del nuovo testo di conclusioni del G20 è l'eliminazione del riferimento al 2050 come termine entro il quale portare a zero le emissioni di gas serra. Nella nuova bozza si parla genericamente di "metà secolo", una evidente concessione alla Cina, che ha chiesto di spostare l'obiettivo al 2060, e all'India, che non ha preso finora alcun impegno specifico.
La trattativa continua ed entra nel vivo domani, quando a molte delle delegazioni che partecipano ai lavori si aggiungeranno i ministri dell'Ambiente e della Transizione Ecologica, che poi accompagneranno i leader in Scozia.
Tensioni anche sul fronte dei vaccini, un'altra questione su cui i presidenti di Cina e Russia, Xi Jinping e Vladimir Putin, hanno marcato la distanza dall'Occidente apparendo al summit solo in videoconferenza. Entrambi hanno chiesto un mutuo riconoscimento dei vaccini, dal momento che sia il russo Sputnik che i sieri di produzione cinese non vengono convalidati in Usa ed Europa, con conseguenze di peso sulla mobilità internazionale dei cittadini, ora che le frontiere si sono riaperte.
Il tema dell'immunizzazione è stato inoltre al centro del vertice informale tra Unione Europea e Unione Africana organizzato dal presidente francese, Emmanuel Macron, presso Palazzo Farnese, sede dell'ambasciata transalpina. L'ambizione di Parigi è costruire un "nuovo partenariato" con il continente, dove cresce l'influenza politica ed economica di Cina e Turchia a scapito di quella europea.