AGI - È la città eterna lo scenario del passaggio di consegne - per ora solo simbolico, ma tant'è - davanti ai grandi del mondo: quello tra Angela Merkel e colui che quasi certamente sarà il suo successore, il socialdemocratico Olaf Scholz, sul palcoscenico più significativo che ci possa essere, quello del G20. È lo stesso ministro alle Finanze tedesco ad ammetterlo: "È un buon segnale di continuità il fatto che io e la cancelliera parliamo insieme con gli altri Paesi", ha detto poco dopo il suo arrivo a Roma, ben attento a sottolineare che si tratta di una continuità volta a rassicurare i partner "anche per quanto riguarda il ruolo della Germania come Paese che contribuisce alla cooperazione nel mondo".
Certo non è usuale che si presentino insieme la cancelliera uscente ed il suo probabile successore, anche perché appartengono a famiglie politiche concorrenti. In teoria, Scholz avrebbe dovuto partecipare a Roma solo all'incontro dei ministri delle Finanze del G20: è stata Merkel - che qui consuma il suo addio alla comunità internazionale - ad invitarlo esplicitamente a partecipare a vari incontri bilaterali, a cominciare da quello con il presidente americano Joe Biden.
Peraltro già ieri l'ex 'ragazza dell'est' aveva usato la stessa espressione a cui è ricorso oggi il suo ministro alle Finanze, quella del "segnale di continuità": e vien naturale ricordare la campagna elettorale del candidato cancelliere, quando ha posato per un ritratto della Sueddeutsche Zeitung con la classica posa merkeliana, quella delle mani giunte a "triangolo rovesciato", oppure lo slogan dei manifesti rossi dell'Spd con la scritta "lui sa fare la cancelliera".
Anche se prima delle elezioni tedesche Merkel aveva voluto prendere le distanze da questa strategia comunicativa, oggi il suo invito a Scholz appare una conferma, se non altro di fronte i leader dei 20 'grandi'. E non è un caso se oggi Scholz torna a ribadire che "molti Paesi guardano agli sviluppi in Germania e vogliono essere certi di poter puntare anche sul prossimo governo".
Tra i temi che verranno affrontati al G20 quelli della pandemia da coronavirus e le prospettive economiche globali. Oltre a Biden, la coppia Merkel-Scholz incontrerà il capo dell'Eliseo, Emmanuel Macron, ed il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in più i colleghi da India, Argentina, Corea del Sud. "È fondamentale che facciamo tutti insieme il possibile contro la pandemia: si tratta di una crisi globale che necessita di risposte globali", ha detto il socialdemocratico, che spera che al G20 si riesca a porre le basi affinché "anche in futuro un maggior numero di Paesi contribuisca a far sì che siano disponibili vaccini ovunque nel mondo".
D'altra parte, questa "ultima volta" di Merkel rappresenta anche la fine di un'epoca per la comunità internazionale: a parte Erdogan, la cancelliera è l'unica ad esser stata presente anche al primo G20 del 2008, quello di Washington. La 'Kanzlerin' ha partecipato a ben 16 di questi vertici, e ha visto passare ben tre presidenti americani, altrettanti francesi, due capi di Stato cinesi e ben sette premier italiani.
Intanto, prima che inizino le danze del G20, l'uomo che quasi certamente prenderà il suo posto è stato accolto dal neosindaco di Roma, il suo ex collega Roberto Gualtieri, ed ha poi incontrato il ministro alla Salute Roberto Speranza, prima di partecipare ad un evento organizzato dal Pd, "Progressive Future", insieme al premier spagnolo Pedro Sanchez ed il segretario dem Enrico Letta.
Un'occasione per dare il segno di cosa aspettarsi da una Germania 'semaforo', ossia governata da Spd, Verdi e liberali. "Dalla pandemia del coronavirus abbiamo imparato innanzitutto che per affrontare le crisi è necessario poter contare su un solido sistema di welfare", ha esordito il vicecancelliere tedesco al centro dei congressi a due passi da Piazza di Spagna.
"Il Covid ci ha insegnato e ha mostrato alle persone che in grandi crisi come queste sono necessarie la solidarietà e la cooperazione tra i Paesi. E abbiamo visto cosa bisogna fare perché le economie non ne soffrano per decenni", ha spiegato ancora Scholz.
Il probabile successore di Merkel ha voluto anche sottolineare le caratteristiche di un modo "progressista" per affrontare le sfide del presente e del futuro: "La modernizzazione deve essere un processo di successo anche per i lavoratori", ha scandito di fronte alla platea democratica.
Un esempio concreto è quello della lotta per il clima: "Deve essere chiaro che la transizione ecologica comporterà la maggiore rivoluzione di modernizzazione del secolo, ma questa va organizzata in modo che siano creati buoni posti di lavori nell'industria da oggi a fra trent'anni. Se riusciremo a far questo, avremo il sostegno anche di chi lavora in fabbrica".
Riprendendo anche alcuni temi della sua campagna elettorale, Scholz - che sempre da Roma ha confermato che non intende essere lui ad assumere la guida dell'Spd (oggi è arrivata la notizia che Norbert Walter-Borjans non si ricandidera') - guarda "ad una società in cui nessuno guarda l'altro dall'alto in basso", spiegando che anche per questo l'Spd in Germania ha battuto il ferro del salario minimo.
Una società "fondata sul rispetto del rispetto di tutti i cittadini" e nella quale "vengono condivisi gli stessi valori". Sì, quasi un discorso da cancelliere.