AGI - "Io non ho mai rifiutato l'eucarestia a qualcuno" disse una volta, non molto tempo fa, Papa Francesco. Oggi, più o meno, lo ha ripetuto al Presidente degli Stati Uniti in persona, che qualche prelato del suo Paese vorrebbe veder ricevere un diniego nel momento in cui si accosta al sacramento, causa la sua posizione sull'aborto.
Joe Biden, invece, esce da un colloquio con Bergoglio durato ben oltre un'ora (mai così lungo, tra un Pontefice e un suo predecessore) e si lascia sfuggire, tutto contento, quanto segue: "Con il Papa abbiamo parlato del fatto che è contento che sono un buon cattolico e che continuo a ricevere la comunione".
Caro parroco della Holy Trinity Church di Georgetown, a Washington, continua pure a fare quello che hai sempre fatto, quindi, con la più famosa delle tue pecorelle: del resto un tuo predecessore faceva altrettanto con il suo, quel John Fitzgerald Kennedy che, fino ad oggi, era l'unico presidente americano di confessione cattolica ad essere salito in veste ufficiale alla Biblioteca del Palazzo Apostolico.
Facile immaginare cosa provocheranno, in patria, le parole di Biden. Ancora stamane due esponenti dell'ala integralista della Chiesa americana - Thomas Tobin arcivescovo di Providence e Leo Burke cardinale gia' vescovo di Saint Louis - chiedevano al Pontefice che rimproverasse il reprobo. "Sfida sull'aborto Biden", implorava il primo. E il secondo: "difendi la santità della Santa Eucaristia, salvaguardando le anime dei politici cattolici che violerebbero gravemente la legge morale e si presenterebbero comunque a ricevere la Santa Comunione, commettendo così un sacrilegio".
Né l'una cosa, alla fine, né l'altra. Tra un paio di settimane la conferenza episcopale statunitense dovrebbe emanare un documento in materia di comunione ai politici pro choice, ed ora si trova in un certo imbarazzo: se dice di sì, si rimangia la dottrina, se dice di no, si mette contro il Vicario di Cristo. Non è una posizione facile. Sia chiaro, comunque: il Papa ha ribadito ancora due giorni fa che l'aborto è omicidio. Il fatto è che Biden personalmente è per la vita, ma una legislazione approvata secondo i crismi della democrazia per lui non è tangibile.
E la Congregazione per la Dottrina della Fede, che una volta si chiamava Sant'Uffizio, ha già inviato una lettera ai confratelli statunitensi, riassumibile in una frase: non siate divisivi. Si capiva già dallo scarno comunicato ufficiale, diramato al termine dell'udienza di stamane, che Papa e Presidente avevano guardato oltre: ambiente (alla vigilia della Conferenza di Glasgow), pace, covid e migranti.
Attenzione a quest'ultimo punto: in passato Bergoglio ha fatto trapelare più di un malumore per come la vicepresidente Kamala Harris aveva gestito la crisi dei migranti al confine tra Messico e Stati Uniti. Oggi viene esplicitamente citato il tema dell'assistenza nei loro confronti, e non sembra essere un caso.
Su tutto il resto difficile immaginare disaccordi. Quanto poi ai rapporti personali, il calore umano traspariva anche dalle riprese televisive distrubuite a cose fatte, e la Casa Bianca faceva notare non solo la lunghezza dell'udienza ma anche le diverse risate che l'hanno caratterizzata. Risate, ma anche commozione. Biden regala al Pontefice una moneta che ha su un lato l'America, sull'altro il suo Delaware, e dice: "Mio figlio avrebbe voluto che lei l'avesse". Fu la morte del figlio, Beau, a far letteralmente incontrare i due diversi anni fa. Il Papa si porta al petto la moneta e, usando l'inglese che non è certo la sua lingua preferita, lo ringrazia. Sdrammatizza il Presidente: "La tradizione vorrebbe che, al prossimo incontro, o lei l'ha con sé o paga da bere". Detto al "più grande combattente per la pace che io conosca" dal Comandante in Capo in persona, chissà cosa accadrà alla prossima udienza.
Del resto, il primo ha già potenzialmente una carta in mano da giocare, nel suo ruolo di uomo di pace, e forse non sarebbe una cosa sgradita al secondo. Prima di Biden, infatti, le porte della Biblioteca Apostolica si sono aperte per un altro presidente cattolico, il sudcoreano Moon Jae-in. Questi ribadisce un invito: venga in Corea. Non nella sua, ma in quella del Nord. Kim Jong-un, dall'altra parte del 38esimo parallelo, fa sapere la sua disponibilità e, a ricordare di cosa sia fatta la divisione tra i due Paesi, Moon regala a Francesco un crocifisso fatto con il filo spinato del confine. Francesco ribadisce la sua disponibilità di massima, ma aspetta l'invito formale. Si sa però che l'idea lo affascina. Quando ci saranno le condizioni: se l'eucarestia non si rifiuta a nessuno, figuriamoci un gesto di pace.