AGI - La Corte di giustizia dell'Unione europea ha condannato la Polonia a pagare alla Commissione europea una pena di un milione di euro al giorno per non aver sospeso l'applicazione delle disposizioni della normativa nazionale relative, in particolare, alle materie di competenza della Sezione disciplinare della Corte Suprema.
"L'osservanza delle misure cautelari disposte il 14 luglio 2021 è necessaria al fine di evitare un danno grave e irreparabile all'ordinamento giuridico dell'Unione europea e ai valori sui quali tale Unione si fonda, in particolare quello dello Stato di diritto", si legge in una nota della Corte.
Il 14 febbraio 2020 è entrata in vigore la legge polacca che modifica la legge relativa all'organizzazione dei tribunali ordinari, la legge sulla Corte suprema e alcune altre leggi ("la legge modificativa"). In particolare, la Sezione disciplinare che secondo la Commissione limita l'indipendenza dei giudici polacchi.
Ritenendo che le disposizioni della normativa nazionale in vigore violino il diritto dell'Ue, la Commissione ha proposto un ricorso per inadempimento dinanzi alla Corte di giustizia il primo aprile 2021.
In attesa della sentenza della Corte che chiude il procedimento, la Commissione ha chiesto alla Corte, nell'ambito del procedimento sommario, di condannare la Polonia ad adottare una serie di provvedimenti provvisori.
Con ordinanza del 14 luglio 2021, l'allora vicepresidente del Tribunale ha accolto tutte le richieste della Commissione in attesa della pronuncia della sentenza definitiva.
Ritenendo che la Polonia non avesse ottemperato agli obblighi derivanti da tale ordinanza, il 7 settembre 2021 la Commissione ha depositato un ricorso chiedendo che la Polonia fosse condannata al pagamento di una penalità giornaliera di importo tale da incoraggiare lo Stato membro ad attuare quanto prima le misure cautelari imposte dall'ordinanza cautelare.
Ritenendo che si fosse verificato un mutamento di circostanze a seguito della pronuncia dell'ordinanza del 14 luglio 2021, la Polonia, dal canto suo, ha presentato domanda di annullamento di tale ordinanza, spiega la Corte Ue in una nota. Con ordinanza del 6 ottobre 2021, l'allora vicepresidente della Corte ha respinto la domanda della Polonia.
Con la sua ordinanza, emessa in data odierna, il vicepresidente della Corte condanna la Polonia a versare alla Commissione una penalità di mora pari a un milione di euro al giorno, a decorrere dalla data in cui tale ordinanza è notificata alla Polonia e fino a quando tale Stato membro non adempie agli obblighi derivanti dall'ordinanza del 14 luglio 2021 o, in mancanza, fino alla data di pronuncia della sentenza definitiva.
Il vicepresidente osserva, in primo luogo, che dagli atti non risulta che le misure adottate dalla Polonia sarebbero sufficienti per garantire l'attuazione delle misure provvisorie in questione.
Sottolinea, in particolare, che la decisione di proseguire o meno l'esame delle cause pendenti in seno alla Camera disciplinare è adottata, a seconda dei casi, dal Presidente o dai membri di tale Camera, senza i provvedimenti adottati dal primo presidente della Corte suprema chiedendo loro di sospendere tale esame.
Sulla base delle prove presentate da entrambe le parti, il vicepresidente ritiene che le disposizioni della legislazione polacca che attribuiscono la competenza alla Camera disciplinare nei casi di cui all'ordinanza del 14 luglio 2021 possano ancora essere applicate nell'ordinamento giuridico polacco.
Inoltre, osserva che la Polonia non contesta le affermazioni della Commissione secondo cui non sarebbe stata adottata alcuna misura nazionale per attuare alcune delle misure imposte dall'ordinanza del 14 luglio 2021.
Il vicepresidente ricorda inoltre che uno Stato membro non può eccepire disposizioni, pratiche o situazioni prevalenti nel suo ordinamento giuridico nazionale per giustificare l'inosservanza degli obblighi derivanti dal diritto dell'Unione e che tali obblighi sono vincolanti per tutte le loro autorità, compresi, per le materie di loro competenza, i tribunali.
In tali circostanze, ritiene che appaia necessario rafforzare l'efficacia delle misure cautelari imposte dall'ordinanza 14 luglio 2021 prevedendo l'irrogazione di una penalità di mora alla Polonia al fine di dissuadere tale Stato membro dal ritardare l'adozione del suo comportamento in linea con quell'ordine.
In merito all'importo della penalità di mora, il vicepresidente sottolinea, in primo luogo, che l'ordinanza del 14 luglio 2021 riguarda misure cautelari, la cui osservanza è necessaria per evitare un danno grave e irreparabile all'ordinamento giuridico dell'Unione europea e, di conseguenza, ai diritti che i singoli traggono dal diritto dell'Unione e dai valori su cui si fonda tale Unione, in particolare quello dello Stato di diritto.