AGI - La difesa di Taiwan torna a infiammare il dibattito tra Cina e Stati Uniti dopo le ultime dichiarazioni del presidente americano, Joe Biden.
In un'intervista alla Cnn, Biden ha dichiarato che Washington ha un impegno nella difesa dell'isola, in caso di attacco da Pechino: una posizione che ha irritato la Cina, per la quale "non c'è spazio per compromessi" sulla questione di Taiwan, ha ribattuto il portavoce del Ministero degli Esteri, Wang Wenbin.
Pechino considera Taiwan parte del proprio territorio nazionale, e gli Stati Uniti non devono mandare "segnali sbagliati" ai "secessionisti", ovvero la leadership dell'isola guidata dalla presidente Tsai Ing-wen.
È già la seconda volta in due mesi che le parole del presidente Usa sembrano allontanarsi dalla "ambiguità strategica" adottata da Washington rispetto all'isola all'indomani dell'allacciamento delle relazioni diplomatiche con Pechino, e la Casa Bianca ha nuovamente puntualizzato che la linea degli Stati Uniti verso Taiwan non è cambiata.
La questione di Taiwan è il principale nodo da sciogliere per Pechino nelle relazioni con gli Stati Uniti e gli ultimi segnali provenienti da Washington lasciano intendere una strada ancora molto in salita, nelle già complicate relazioni tra le due potenze.
Mercoledì scorso, l'ambasciatore in Cina nominato da Biden, Nicholas Burns, ha evidenziato tutti gli attriti con Pechino durante l'audizione di conferma al Senato Usa e, in particolare, ha detto che gli Stati Uniti hanno il diritto di assistere Taiwan nella sicurezza in caso di attacco da Pechino.
La tensione attorno all'isola ha raggiunto livelli altissimi nelle scorse settimane, per le massicce incursioni di aerei da combattimento cinesi nello spazio di Difesa dell'isola e per l'allarme lanciato dal ministro della Difesa di Taipei, Chiu Kuo-cheng, che ritiene la Cina capace di un'invasione su larga scala entro il 2025.
Per il presidente cinese, Xi Jinping, la riunificazione si farà, mentre la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, risponde che l'isola non cederà alle pressioni di Pechino e chiede alle democrazie mondiali di sostenere Taipei contro l'autoritarismo cinese.
Taiwan punta ad ampliare il sostegno anche al di là degli Stati Uniti e guarda all'Europa.
Una delegazione di 65 funzionari governativi e imprenditori è in visita in tre Paesi europei (Slovacchia, Repubblica Ceca e Lituania) proprio in questi giorni; la settimana prossima, invece, il ministro degli Esteri dell'isola, Joseph Wu, si recherà in Slovacchia e Repubblica Ceca per partecipare ad alcuni eventi e dialogare, a Praga, con il sindaco Zdenek Hrib e il presidente del Senato, Milos Vystrcil. Il viaggio fa adirare Pechino: oggi ha promesso che adotterà "tutte le misure necessarie" per salvaguardare la propria sovranità, in vista della doppia missione europea del capo della diplomazia di Taiwan: "Nessuno deve farsi illusioni su questo", ha tuonato il portavoce di Pechino.
In un clima di crescenti irritazioni, intanto, Xi e Biden pensano a un primo summit entro la fine dell'anno, forse già a novembre, secondo due fonti al corrente dei piani citate dalla Reuters.
Nessun incontro di persona appare in vista, dal momento che Pechino rimane silente sulla sempre meno probabile presenza di Xi al summit del G20 di Roma, o alla Cop 26 di Glasgow.
Si terrebbe in video-conferenza: i temi sono ancora da fissare, anche se Taiwan appare in cima all'agenda.
L'obiettivo, spiegano le fonti, è stabilizzare i rapporti in vista di una competizione di lungo termine tra le due grandi economie mondiali. Già prima di allora, il presidente cinese potrebbe rispondere, magari indirettamente, alle parole del capo della Casa Bianca: lunedì Xi terrà un discorso sui 50 anni dal ripristino del seggio alle Nazioni Unite alla Cina fino a quel momento occupato da Taiwan, una decisione che diede il via all'isolamento diplomatico di Taipei.