AGI - I capi di Stato e di Governo dei Ventisette Paesi dell'Unione europea hanno discusso per oltre cinque ore sull'aumento dei prezzi dell'energia.
Tutti d'accordo sulla necessità di intervenire con urgenza per superare la crisi attuale ma le posizioni sono divergenti sulla strategia a medio e lungo termine. Tant'è che le oltre cinque ore di dibattito non sono state sufficienti per una conclusione finale comune.
“Bisogna intervenire al più presto per limitare gli aumenti del prezzo dell’energia, per preservare la ripresa e salvaguardare la transizione ecologica”, ha esortato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento.
Il premier, secondo quanto riportano fonti europee, ha ringraziato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per il “toolbox” presentato, ma ha detto che bisogna essere più ambiziosi e accelerare sui prossimi passi.
In particolare, secondo Draghi bisogna lavorare sul fronte delle interconnessioni, e sul fronte delle riserve. Non solo: bisogna produrre subito degli inventari delle riserve presenti in Europa, con lo scopo di proteggere tutti gli Stati membri dalle pressioni del mercato.
Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, non ha promosso a pieni voti la toolbox della Commissione, definita "un buon primo passo ma chiaramente insufficiente".
"Vorremmo andare più veloci, ma a Bruxelles i passi si stanno muovendo a un ritmo meno intenso di quanto vorremmo", ha evidenziato.
Madrid tuttavia "non rinuncerà agli sforzi per trovare soluzioni comuni oltre a quelle già adottate a livello nazionale". "Puntiamo sempre a una maggiore ambizione e a incorporare un senso di urgenza in questo dibattito perché questa situazione può minare la competitività dell'economia europea", ha avvertito Sanchez.
Da parte sua, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, pur precisando che "il mix energetico è responsabilità nazionale", ha affermato di voler raggiungere "un approccio comune europeo" nella strategia contro l'aumento dei prezzi, in particolare nelle soluzioni a medio e lungo termine.
E proprio sul mix energetico che il dibattito si è fatto più intenso. Diversi Paesi, tra cui Italia, Francia e Germania, hanno chiesto di tenere in considerazione nella valutazioni della Commissione (anche per il pacchetto del Fit for 55) le peculiarità nazionali dei vari mix energetici.
Ad esempio la Francia vorrebbe puntare ancora di più sul nucleare, l'Italia non può fare a meno (almeno in questa fase) del gas, così come la Germania si trova ancora molto legata al carbone.
Nel suo intervento al Parlamento europeo, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva lamentato l'eccessiva dipendenza europea dal gas ma aveva comunque riconosciuto "il mantenimento del ruolo del gas naturale come combustibile di transizione".
Resta sul tavolo l'ipotesi, che dovrà essere meglio sviluppata nel Consiglio straordinario dei ministri dell'Energia che si terrà martedì in Lussemburgo, di uno stoccaggio comune di gas. Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, ha menzionato l'opzione di permettere ai Paesi dell'Ue di acquistare gas da una piattaforma europea centralizzata e anche di lavorare per aumentare lo stoccaggio di gas e ridurre le distorsioni del mercato a breve termine".
Posizioni nette (ovviamente contro Bruxelles) dei premier di Polonia e Ungheria. Il primo, Mateusz Morawiecki, ha incolpato Nord Stream 2 di rendere l'Europa ancora più dipendente dal ricatto energetico di Mosca. Il secondo, Viktor Orban, ha accusato Frans Timmermans (vice presidente della Commissione che ha in mano il dossier Clima) di "uccidere la classe media con una politica climatica fantasiosa".