AGI - Graffiti a tema satanico e parole di odio: è questo l’atto vandalico numero cento che si è verificato negli Stati Uniti lo scorso 10 ottobre. Bersaglio dell’attacco, la Basilica Cattedrale dell’Immacolata Concezione di Denver, in Colorado.
Il dato emerge dal rapporto elaborato dal Comitato per la libertà religiosa della Conferenza episcopale nazionale (Usccb) e riflette un’analisi condotta su un arco temporale di poco più di un anno: da maggio 2020 ad ottobre 2021.
“Questi atti di vandalismo - scrivono in una nota il cardinale Timothy M. Dolan e monsignor Paul S. Coakley, presidenti rispettivamente dei Comitati episcopali per la libertà religiosa e per la giustizia interna e lo sviluppo umano - hanno spaziato dal tragico all’osceno, dall’evidente all’inspiegabile. C’è ancora molto che non conosciamo di questo fenomeno; tuttavia, esso sottolinea che la nostra società ha un gran bisogno della grazia di Dio”.
Incoraggiando, poi, “in tutti i casi”, “la preghiera e il perdono” per i colpevoli di tali gesti, i presuli ribadiscono nella nota, ripresa da Vatican News:
“Se il motivo di questi atti è stato il voler punire una qualche nostra colpa passata, allora dobbiamo riconciliarci. Se, invece, l’incomprensione dei nostri insegnamenti ha causato rabbia nei nostri confronti, allora dobbiamo offrire chiarezza”. In ogni caso, però, “questi episodi distruttivi devono finire”, perché “non è questo il modo”.
I vescovi Usa chiedono, dunque, ai politici di “farsi avanti e di condannare questi attacchi” e, al contempo, ringraziano le forze dell’ordine per “aver indagato su questi incidenti ed aver preso le misure adeguate per prevenire ulteriori danni”.
I vescovi, inoltre, si appellano “ai membri della comunità” per invocare il loro aiuto, perché “non si tratta di semplici reati contro la proprietà - spiegano - bensì del degrado delle rappresentazioni visibili della nostra fede cattolica”. “Questi sono atti di odio”, concludono i presuli.
La nota episcopale ricorda, infine, due iniziative: il progetto “Beauty Heals-La bellezza salva”, promosso dal Comitato episcopale per la libertà religiosa e che, in risposta alla distruzione di statue cattoliche, presenta video esplicativi sull’arte sacra, curati da varie diocesi. E poi la richiesta, presentata sempre dallo stesso Comitato, di aumentare da 180 a 360 milioni di dollari i finanziamenti per l’anno fiscale 2022 destinati al programma di sovvenzioni per la sicurezza delle organizzazioni no profit, gestito dal Dipartimento della sicurezza nazionale.
Da ricordare che già a luglio 2020 l’Usccb aveva levato la sua voce contro i continui atti vandalici a danno della Chiesa cattolica: l’episodio più eclatante era avvenuto a giugno dello scorso anno, quando la statua di San Junípero Serra eretta a San Francisco era stata abbattuta, sull’onda delle proteste anti-razziste scatenatesi in seguito alla morte dell’afroamericano George Floyd, deceduto dopo l’arresto da parte di un poliziotto bianco.
Ma non solo: il 18 luglio successivo, nella chiesa di “Nostra Signora dell’Assunzione” di Bloomingburg, a New York, era stato abbattuto un monumento ai bambini mai nati, istoriato con alcuni versetti del profeta Isaia. In precedenza, ai primi di luglio, il crocefisso della parrocchia di Santa Bernadette di Rockford, in Illinois, era stato distrutto a colpi di martello e nello stesso periodo una statua della Vergine Maria era stata decapitata a Gary, nell’Indiana.
A metà luglio, inoltre, in un resort sciistico del Montana, una statua di Cristo era stata imbrattata con vernice marrone e coperta di striscioni con la scritta “Ribellatevi”. Grave, poi, l’incendio scatenatosi nella chiesa della “Missione di San Gabriele” a Los Angeles, tra le più antiche degli Stati Uniti, fondata nel 1771 da San Junípero Serra.
“Che si tratti di gesti compiuti da singoli individui tormentati che gridano aiuto o da agenti di odio che cercano di intimidire - scrivevano i vescovi un anno fa - questi attacchi sono il segno di una società che ha bisogno di guarigione".
ù“Mentre ci sforziamo di comprendere la distruzione di questi sacri simboli dell'amore e della devozione disinteressata - aggiungevano - preghiamo per tutti coloro che l'hanno causata, e rimaniamo vigili contro di essa". “Contempliamo, piuttosto che distruggere, le immagini che rappresentano l’amore di Dio - era l’appello conclusivo dell’Usccb - Seguendo l’esempio del Signore, rispondiamo alla confusione con la comprensione e all’odio con l’amore”.