AGI - "Marine Le Pen è un po' logorata: è infatti la terza volta che si presenta alle presidenziali", mentre Eric Zemmour "ha l'appeal della novità e non è poco".
"Ciò che dobbiamo evitare a tutti i costi è non passare al secondo turno (delle elezioni presidenziali, ndr) a causa delle nostre divisioni interne. Per questo ho proposto a Zemmour e a Le Pen, con la quale ho parlato di nuovo anche domenica, che a febbraio, quando solitamente prendono definitivamente forma le intenzioni di voto, chi dei due sarà dietro all'altro (nei sondaggi, ndr) si ritiri per lasciare spazio all'altro posizionato meglio. Mi sembra una cosa di buon senso".
Lo dice all'AGI Robert Menard, sindaco di Beziers, giornalista e cofondatore di Reporters sans frontieres, tornando a commentare l'appello all'unità, in vista delle elezioni presidenziali francesi, che ha lanciato sabato scorso a Le Pen e Zemmour durante un incontro pubblico a Beziers con il suo "amico" Zemmour.
"I sondaggi ci dicono che oggi un terzo dei francesi è pronto a votare un candidato della destra nazionale, cioè di quel grande campo che sta a destra della destra governativa, in altre parole dei Republicains", osserva Menard, eletto sindaco di Beziers nel 2014 con il sostegno del Front National (diventato Rassemblement National nel 2018) di Le Pen. "Noi facciamo politica in modo diverso dagli altri, in funzione dei nostri valori, siamo legati alla Francia, e sarebbe follia allo stato puro se a febbraio restassero entrambi candidati", aggiunge Menard.
Continua Menard: "Nelle presidenziali del 2017 uno dei motivi del successo di Macron fu proprio che si presentava come una novità. Oggi è Zemmour a essere la novità. Inoltre, è al di fuori dei partiti politici, come lo era Macron. Ovviamente i partiti sono importanti perché ti danno il sostegno logistico e finanziario in una campagna elettorale, ma oggi, in Francia, sono visti così male che penso che il fatto di non appartenere a nessuno di loro, quindi di essere indipendente, sia un vantaggio.
Zemmour è anche detestato da una buona parte dei media: molte testate sono critiche rispetto alle sue idee. E anche in questo caso credo che avere contro i giornalisti sia in realtà un vantaggio, sia un punto in più agli occhi della maggior parte dell'elettorato. Per quanto riguarda Marine Le Pen - prosegue Menard - oltre a essere un po' logorata ha anche un handicap legato al suo cognome, motivo per il quale Marion Marechal Le Pen (nipote di Marine, ndr) lo ha cambiato. Molti si ricordano anche la sua performance catastrofica nel dibattito con Macron al secondo turno delle elezioni del 2017: pesa ancora. Per questo molte persone si dicono che Le Pen potrebbe non farcela", conclude Menard.
"Sono rimasto sbalordito" dall'ascesa folgorante di Eric Zemmour nei sondaggi sul primo turno delle elezioni presidenziali francesi, "è un uragano che porta via tutto".
"Non avevo mai pensato che potesse crescere così, con questa potenza. Mi ero sbagliato", aggiunge Menard, eletto sindaco di Beziers nel 2014 con il sostegno del partito di Le Pen.
"Io sono molto amico di Eric e mi ricordo quando commentavamo insieme i primi sondaggi a maggio/giugno: era intorno al 3%. Né io né lui avevamo immaginato una tale ascesa, fino a diventare lo sfidante di Macron", spiega infine Menard.