AGI - La storia del 20enne linciato in Kenya per aver ucciso negli ultimi cinque anni circa dieci bambini e averne bevuto il sangue ha portato di nuovo al centro del dibattito pubblico la polemica sulla sopravvivenza di superstizioni di vario tipo nel continente africano.
L’ultima volta che si è parlato di vampirismo in Africa era il 2017, quando in Malawi, un piccolo Paese incastonato tra Mozambico, Tanzania, Zambia e Zimbabwe, cinque persone colte “mentre erano intente a bere sangue umano” sono state uccise da un gruppo di abitanti dei villaggi nei distretti di Mulanje e Phalombe.
In quell’occasione, diversi funzionari delle Nazioni Unite furono ritirati dal Paese. In Malawi, infatti, le credenze sull’esistenza dei vampiri non sono mai state abbandonate e una parte della popolazione è arrivata ad accusare il governo di colludere con le agenzie di aiuti internazionali per una presunta raccolta di sangue umano proprio attraverso il vampirismo.
Ma è in tutta la parte occidentale dell’Africa che le superstizioni hanno vita dura a morire. A Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo, sono famosi i Nodki, bambini costretti a vivere in strada e a guadagnarsi da vivere come possono perché considerati stregoni infanti e quindi emarginati dalla società.
I Nodki si trovano, oltre che nella Repubblica democratica del Congo, in Benin, in Angola e in Nigeria più che in altre zone. A questa credenza popolare si lega anche l’esistenza delle cosiddette “chiese del risveglio”, sette che propongono alle famiglie di “liberare dal diavolo” i bambini considerati stregoni praticando diverse forme di esorcismo.
Tra le tante pratiche diffuse, c’è quella di costringere i bambini a ingoiare vari oggetti, pozioni, pesci vivi affinché vomitino e si liberino dallo “spirito malvagio”.
C'è poi la tragica questione degli albini: chiamati “figli del diavolo”, o “figli della Luna” o, ancora, “zeru zeru” (persone fantasma”), sono regolarmente vittime di rapimenti, torture, omicidi.
Una vera e propria persecuzione in atto in almeno 23 Paesi del Continente. Soltanto in Malawi, dove sono tra i 7.000 e i 10.000, tra il 2014 e il 2019 l’Onu ha segnalato 150 casi di omicidi, attacchi e altre violazioni dei diritti umani ai loro danni.
La loro pelle viene messa sul mercato come materiale per la realizzazione di amuleti contro il malocchio. Secondo le credenze, stuprare una donna albina guarirebbe dall’Hiv e bere il sangue di un albino porterebbe benefici. Il corpo di un “figlio della Luna” vale circa 75 mila euro sul mercato nero africano.
Il tema della loro persecuzione è caro anche alla Chiesa cattolica: nel 2014 Papa Francesco ha aderito ad una campagna di sensibilizzazione in difesa degli albini africani. Nel 2009, invece, l’ex pontefice Benedetto XVI, durante una visita in Angola, ha invitato la Chiesa cattolica africana a opporsi alle stregonerie e agli spiritismi diffusi nel continente.