AGI - Cresce il bilancio delle vittime nel corso della manifestazione organizzata da Hezbollah e Amal contro Tarek Bitar, il giudice istruttore che indaga sull'esplosione porto di Beirut.
Il ministro dell'Interno libanese, Bassam Maulawi ha confermato che sei manifestanti sciiti sono morti dopo essere state raggiunti da colpi d'arma da fuoco esplosi da "cecchini" durante le proteste a Beirut.
In un discorso televisivo, il ministro ha riferito che che questa mattina diverse persone sono state colpite "alla testa" da cecchini appostati sui tetti nella zona di Tayoune e ha confermato anche l'uso di granate a propulsione a razzo nella stessa zona.
Il primo ministro Najib Mikati ha invitato alla calma ed esortato il popolo libanese a non farsi trascinare nella sedizione. Il Consiglio centrale di sicurezza interna del Libano si riunirà alle 13 per affrontare il tema della violenze.
Hezbollah e il suo alleato, il movimento Amal, hanno affermato che i cecchini hanno preso di mira i manifestanti, avvertendo che “l'attacco alla manifestazione a Tayouneh, da parte di gruppi armati e organizzati, punta a trascinare il Paese in tensioni”. I due movimenti hanno invitato i loro sostenitori a calmarsi.
Il potente gruppo sciita Hezbollah ha accusato i cecchini del partito cristiano-maronita Forze libanesi di aver aperto il fuoco contro i manifestanti. Lo riferisce la Reuters.
In un comunicato si punta il dito contro le Forze libanesi per aver pianificato l'attacco ai "manifestanti pacifici". La protesta era stata indetta da Hezbollah e Amal ed è sfociata in scontri, spari ed esplosioni di lanciarazzi che hanno fatto almeno sei vittime.