AGI - I sismografi del potere berlinese l’avevano ampiamente preannunciato, ma per Armin Laschet rimane un duro colpo: la Spd di Olaf Scholz ha incassato il via libera comune di Verdi e liberali per proseguire con un negoziato “a tre” con la speranza di mettere in piedi una coalizione ‘semaforo’.
Di nuovo sono gli ambientalisti a prendere l’iniziativa nella partita per un nuovo governo, congelando, per ora, l’altra opzione sul tavolo, ossia un’alleanza ‘Giamaica’ condotta dalla Cdu/Csu di Laschet. “Dopo i colloqui bilaterali con gli altri partiti, abbiamo deciso di proporre ai socialdemocratici e ai liberali di andare avanti insieme”, ha affermato la 'numero uno' dei Verdi Annalena Baerbock davanti ai giornalisti nel foyer del Bundestag, con a fianco il co-leader Robert Habeck.
A stretto giro di posta è arrivata la risposta, quasi scontata a giudicare dai ‘rumors’ della vigilia, del leader dell’Fdp Christian Lindner: “Abbiamo accettato la proposta dei Verdi di colloqui a tre con l’Spd”, ha scandito il capo dei liberali, questa volta davanti alle telecamere posizionate all’interno del suo quartier generale, la Hans Dietrich Genscher Haus.
“Abbiamo ribadito che entreremo solo in un governo di centro che rafforzi valori di libertà e porti avanti la modernizzazione della Germania”, ha insistito il capo dei liberali, che ha annunciato già per domani il primo di questi confronti “a tre”: “Ho già parlato con Olaf Scholz”, ci tiene a precisare Lindner. Neanche tre ore dopo è stata la volta del candidato cancelliere dell’Spd che si è presentato alle telecamere.
Cosa può succedere ora
“Domani si parte”, ha annunciato Scholz con un sorriso. “I cittadini tedeschi ci hanno dato l’incarico di mettere in piedi un governo, e lo dimostrano anche i nuovi sondaggi”, ha ripetuto l’uomo attualmente in pole position a prendere il posto oggi occupato da Angela Merkel.
“Si tratta di realizzare un esecutivo che riesca a portare avanti la modernizzazione industriale ed economica della Germania e che acceleri la lotta al cambiamento climatico”, ha aggiunto il candidato socialdemocratico unendo in una sola frase gli argomenti più cari ai partner liberali e Verdi.
Le reazioni politiche
In effetti, le dichiarazioni odierne dei leader politici sono state una sorta di balletto delle precisazioni, volte ad aprire un nuovo capitolo ma anche a non chiudere alcuna porta. Lindner ci ha tenuto a sottolineare che con Cdu/Csu “vi sono maggiori punti in comune” e che l’opzione ‘Giamaica’ “sarebbe di per sé quella più naturale per noi”. Al tempo stesso, “pur vedendo molte cose in modo diverso dai Verdi”, così ancora il capo dell’Fdp, “abbiamo verificato in questi primi confronti che si può costruire un percorso amichevole e fiducioso per andare avanti”.
Una specie di dialogo a distanza con gli ambientalisti: mentre Baerbock non ha mancato di concedere che l’accelerazione è dovuta al fatto che “questo Paese non può permettersi di trascinare per le lunghe la partita del governo”, ha ribadito che i tre si sforzano di "parlare non solo di quel che divide ma anche ma anche dei punti in comune”. Al suo fianco è stato Habeck a precisare che questo “non significa ancora una completa rinuncia” ad un’eventuale coalizione ‘Giamaica’”.
Sull’altro fronte il clima è ben diverso e forse anche un po’ confuso, benché Laschet non si dia per vinto: ha convocato anche lui le telecamere, per dirsi "ancora disposto a ulteriori colloqui con Verdi ed Fdp”. In termini non dissimili si è espresso il ministro alla Sanità, Jens Spahn, secondo il quale anche “la coalizione Giamaica meriterebbe una chance”, perché, nonostante i cattivi risultati elettorali dell’Unione “aiuterebbe a risolvere molti temi sociali”.
Ma è di tutt’altro tenore la reazione di Markus Soeder, capo dei cristiano-sociali, già sfidante dello stesso Laschet nella corsa ad ottenere la candidatura Cdu/Csu alla cancelleria: “Probabilmente non ci sarà in Germania un governo guidato dall’Unione”, ha tagliato corto. “Il giorno odierno è un segnale che va accettato, in questo momento la coalizione ‘semaforo’ è chiaramente la 'numero uno'". Le gole profonde dicono che al quartier generale della Cdu, il Konrad-Adenauer-Haus, non hanno preso bene l’uscita del capo Cdu. Emblematica la sintesi della Bild: “Soeder seppellisce i sogni giamaicani di Laschet”.
Cosa dicono i sondaggi
Anche i sondaggi post-elettorali sembrano spingere in direzione ‘semaforo’: l’istituto Forsa ha certificato il crollo dell’Unione Cdu/Csu, che cede altri 4,1 punti fino al 20%, accrescendo il distacco nei confronti dei socialdemocratici di Scholz, che registrano un ulteriore avanzamento al 26%.
In aumento anche i Verdi di Baerbock e Habeck, al 16%, mentre un balzo più sostanzioso lo registrano i liberali dell’Fdp, che avanzano di 2,5 punti al 14%. Come detto, l’appuntamento è per domani: Scholz, Lindner e Baerbock, con annesse le loro delegazioni, hanno programmato per domani un primo confronto di almeno sei ore: gli argomenti di certo non mancano.