AGI - Al suo ritorno in patria dopo 8 anni di esilio, l’ex presidente georgiano Mikheil Saakashvili è stato subito arrestato, aumentando la tensione sull’appuntamento elettorale di domani nel Paese caucasico, guidato dal partito Sogno Georgiano del miliardario Bidzina Ivanishvili.
Cittadino ucraino
Dopo aver perso la cittadinanza georgiana, Saakashvili, in esilio dal 2014, è nel frattempo divenuto cittadino ucraino oltre che presidente dell’agenzia governativa per le riforme; il ministero degli Esteri di Kiev ha convocato l’ambasciatore georgiano per chiedere spiegazioni, mentre lo stesso presidente dell’Ucraina Volodymyr Zeleski ha espresso preoccupazione per quanto accaduto.
Condanna in contumacia
Ad annunciare l’arresto è stato il primo ministro Irakli Garibashvili, che ha ricordato la condanna in contumacia a sei anni di carcere dell’ex presidente per abuso di ufficio nell’epoca in cui era a capo dello stato caucasico (dal 2004 al 2007 e dal 2008 al 2013), ma ha sempre negato ogni addebito. Secondo i media georgiani, Saakashvili è ora detenuto in una prigione a Rustavi, una trentina di chilometri dalla capitale Tbilisi, e secondo quanto riferito dal difensore civico Nino Lomjaria, che lo ha visitato in carcere, ha iniziato uno sciopero della fame.
Appello alla mobilitazione
Poco prima di essere arrestato, l’ex presidente ha girato un video che ha fatto diffondere sui social media in serata, invitando tutti a mobilitarsi per le elezioni municipali. “Votate e non abbiate paura”, ha detto nel video, chiedendo ai sostenitori di radunarsi nel centro di Tbilisi domenica; l'ex presidente ha anche annunciato di voler formare una famiglia con la compagna, una parlamentare ucraina.