AGI - Ripercorrere la storia dei siti utilizzati per le Esposizioni Universali è come partire per un viaggio nel tempo. Dalla Londra della rivoluzione industriale alle sabbie del deserto di Dubai, sede dell'edizione al via a ottobre, che vuole lasciare uno skyline nuovo di zecca oltre che l'idea di un progresso umano collaborativo e smart.
Un delicato equilibrio architettonico tra vuoto e pieno. Enormi spazi capaci di ospitare grandi flussi di visitatori da un lato, architetture e infrastrutture sempre piu' innovative dall'altro. Meraviglie da vivere oltre che ammirare, accanto a invenzioni che scandiscono il passo della societa' moderna. Cosi' e' stato, ad esempio, per la prima rete metropolitana di Parigi, inaugurata nell'Esposizione Universale del 1900, o per il freno d'emergenza degli ascensori, presentato nell'Esposizione del 1953 a New York da Elisha Otis, preludio al moderno e inarrestabile sviluppo verticale degli edifici.
In origine fu Londra. La prima Esposizione Universale "The Exhibition of the Works of Industry of All Nations" si tenne nel 1851 a Hyde Park. E' per quella occasione che l'architetto Sir Joseph Paxton ha ideato l'edificio piu' straordinario dell'epoca vittoriana, il Crystal Palace, una sorta di immensa serra, completamente in ferro e vetro, capace di accogliere ben sei milioni di visitatori.
Dell'imponente struttura (564 metri di lunghezza e 33 di altezza) rimangono oggi solo alcune parti delle fondamenta, ma prima di essere divorata da un immenso rogo nel 1936, e' stata importante fonte d'ispirazione. Come testimonia il monumentale Grand Palais di Parigi, costruito sull'Avenue degli Champs-E'lyse'es per l'Esposizione Universale del 1900.
E' sempre a Parigi che la storia delle esposizioni Universali ha lasciato ai posteri una delle immagini piu' iconiche e copiate del pianeta, la Tour Eiffel. Aperta ufficialmente il 6 maggio 1889 durante l'Esposizione che cadeva nel centenario della Rivoluzione francese, la torre e' prima di tutto la straordinaria impresa ingegneristica di Gustave Eiffel, oltre che il monumento forse piu' visitato al mondo, con quasi 7 milioni di turisti all'anno.
Simbolo di Bruxelles, le nove sfere metalliche dell'Atomium sono un'opera unica nella storia dell'architettura e testimone emblematico dell'Esposizione Universale belga del 1958, in cui sono stati presentati una copia dello Sputnik e i primi modelli di centrali nucleari. Resta scolpito nell'immaginario collettivo anche lo Space Needle della Century 21 Exposition di Seattle del 1962. La torre con guglia a disco volante, un ristorante girevole in cima e ascensori esterni simili a capsule spaziali, ha accompagnato la presentazione dei primi computer IBM durante l'Esposizione e oggi e' il piu' famoso monumento della citta'.
Negli Emirati Arabi, il futuro di Expo ha già un nome: si chiama District 2020, un quartiere completamente nuovo, una smart city ad altissimo sviluppo tecnologico, dotata di rete 5G, veicoli a guida autonoma, parchi ed edilizia green che ereditera' l'80% degli edifici di Expo, vale a dire quelli con certificazione di sostenibilita' "Leed" (Leadership in Energy and Environ- mental Design), lo standard piu' riconosciuto al mondo.
Il Padiglione emiratino, disegnato da Santiago Calatrava, è un maestoso edificio ispirato a un falco in volo, in omaggio alla millenaria arte locale della falconeria. Sfide ingegneristiche sempre piu' ardite che conviveranno con Intelligenza artificiale, Internet delle cose, Industria 4.0, blockchain, robotica e sistemi di big data. Secondo il progetto, infatti, l'ecosistema altamente high-tech sara' capace di attrarre aziende Fortune 500, start-up, centri di ricerca universitari e organizzazioni governativi, cosi' come comuni cittadini desiderosi di vivere con qualche decennio di anticipo il futuro.