AGI - In Germania il cancelliere è il capo del governo e ogni partito si presenta alle elezioni con un candidato o una candidata informale per questo ruolo. La sua elezione è descritta all'articolo 63 della Legge fondamentale (Grundgesetz) della Repubblica federale tedesca.
Il voto degli elettori è per rinnovare il Bundestag, mentre non c'è elezione diretta del cancelliere anche se in questa campagna elettorale si è parlato molto dei rispettivi candidati. Il cancelliere viene eletto dal Bundestag una volta che è stata formata una coalizione di governo, cosa che può richiedere parecchio tempo.
Il presidente federale propone un candidato sul quale i deputati si esprimono mediante votazione segreta senza precedente dibattito. Il cancelliere è considerato eletto se riceve la maggioranza assoluta dei voti del Parlamento. Se il proposto non viene eletto, il Bundestag può, entro quattordici giorni dalla votazione, eleggere un Cancelliere federale a maggioranza dei suoi membri.
Se non si effettua una votazione entro tale termine, ha luogo immediatamente una nuova elezione, nella quale è eletto colui che ottiene il maggior numero di voti. Se l'eletto riunisce su di sè i voti della maggioranza dei membri del Bundestag, il presidente federale lo deve nominare entro sette giorni dall'elezione. Se l'eletto non raggiunge tale maggioranza, il presidente federale, entro sette giorni, deve nominarlo o sciogliere il Bundestag. Solo il Parlamento puo' pure destituire il cancelliere.
Come è composto il Parlamento
Il Bundestag è il parlamento federale tedesco ed esprime la rappresentanza popolare della Repubblica Federale di Germania. Il Deutscher Bundestag è il massimo organo costituzionale ed è l’unico organo statale che viene eletto direttamente dal popolo. Il Parlamento non ha un numero fisso di membri.
Attualmente è composto da 709 deputati eletti con un sistema misto uninominale-proporzionale: l'elettore dispone di due schede, con una sceglie un candidato nella propria circoscrizione e con l'altra un partito. Ciascuna delle due parti rappresentate sulla scheda contribuisce all'elezione di 299 deputati: la somma dovrebbe fare 598 ma nel 2017 il Bundestag si è 'gonfiato' fino a 709 membri, diventando più costoso e meno efficiente.
La ripartizione dei parlamentari a livello federale è puramente proporzionale poiché i seggi sono assegnati sulla base dei voti determinati dalla seconda scheda. E' stato calcolato che il numero dei deputati, nella peggiore delle ipotesi potrebbe arrivare addirittura fino a 912 da un minimo di 672. Le ipotesi sono che stavolta potrebbero essere 750. Le forze politiche hanno provato a raggiungere un accordo sulla riduzione dei parlamentari a 598 sulla base delle 299 circoscrizioni elettorali in cui è divisa la Germania ma un'intesa non è ancora stata trovata.
Le tappe del percorso per il governo
Il sistema elettorale tedesco non prevede la designazione di un premier da parte dei votanti: secondo la Costituzione, la nomina del cancelliere è di esclusiva competenza del Parlamento. Saranno quindi i 735 nuovi deputati a dare il loro via libera, dapprima all’incarico alla figura che sarà individuata dal presidente federale Frank-Walter Steinmeier, successivamente al governo una volta che i partiti di coalizione saranno riusciti a compilare un programma.
In mancanza di un accordo, è prevista la possibilità di convocare nuove elezioni: in Germania, diversamente da altri Paesi europei, non è mai successo, ma mai prima di ora c’era stata una tale frammentazione del voto.
L’ipotesi istituzionale più probabile è ora che il presidente dia l’incarico al candidato del Partito socialdemocratico, che ha ottenuto una maggioranza dei voti; se però questi fallirà nell’intento di costruire una coalizione che abbia la maggioranza dei voti in Parlamento (presumibilmente con i Verdi e i liberali dell’Fdp), allora l’incarico potrebbe essere dato al leader dei conservatori, Armin Lascher presumibilmente.
Esiste poi la terza opzione di una ennesima riedizione della Grosse Koalition fra i due principali partiti: anche in questa prima fase è considerata un’ultima spiaggia, rappresenta comunque un argine contro il temutissimo rischio di nuove elezioni.