AGI - I leader di Stati Uniti, Giappone, India e Australia si sono impegnati per una regione indo-pacifica libera e aperta "non scoraggiata dalla coercizione". È l'esito del primo vertice - in persona - servito a offrire un fronte comune, unito dalle preoccupazioni per l'atteggiamento della Cina nella regione.
L'incontro del 'Quad' come si è definito il quartetto composto dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il primo ministro australiano Scott Morrison, il primo ministro giapponese Yoshihide Suga quello indiano Narendra Modi, è durato circa due ore ed è stato definito da Pechino, convitato di pietra della riunione, "un circoletto destinato a fallire".
"Noi sosteniamo lo stato di diritto, la libertà di navigazione e sorvolo, la risoluzione pacifica delle controversie, i valori democratici e l'integrità territoriale degli Stati", si legge in una dichiarazione congiunta con cui si sono chiusi i colloqui. S
ebbene nella dichiarazione non si faccia mai menzione della Cina e che nei discorsi dei quattro leader non sia stata mai tirata in ballo, i riferimenti a comportamento normati da regole condivise appare come un'evidente critica all'atteggiamento muscolare messo in campo dalla Cina della regione.
I leader di Stati Uniti, Giappone, India e Australia "continueranno a propugnare il rispetto del diritto internazionale per affrontare le sfide all'ordine marittimo legale, anche nel Mar Cinese orientale e meridionale". E' quanto si legge nel comunicato finale. Il passaggio si riferisce alle contese territoriali che oppongono la Cina ad altre nazioni dell'area indo-pacifica. I leader del 'Quad inoltre "affermano il loro sostegno ai piccoli stati insulari, in particolare a quelli nel Pacifico, per rafforzare la loro resilienza economica e ambientale".
"Riconosciamo che il nostro futuro condiviso sarà scritto nell'Indo-Pacifico e raddoppieremo gli sforzi per assicurare che il Quad sia una forza per la pace regionale, la stabilità, la sicurezza e la prosperità", aggiunge la nota.
I leader del Quad inoltre, "mappando la catena della distribuzione di tecnologie e materali critici, inclusi i semiconduttori" e "confermano il loro impegno positivo a una catena di distribuzione resiliente, diversificata e sicura delle tecnologie critiche, riconoscendo l'importanza di misure di sostegno pubblico e politiche che siano trasparenti e orientate al mercato".
I quattro Paesi annunciano "l'inizio di una nuova cooperazione nel cyberspazio" e si sono impegnati a "lavorare insieme per combattere le minacce informatiche, promuovere la resilienza e mettere al sicuro" le loro "infrastrutture critiche". Inoltre, "identificheranno nuove opportunità di collaborazione nello spazio e condivideranno dati satellitari a scopi pacifici come il monitoraggio del cambiamento climatico, la risposta e la preparazione ai disastri, l'utilizzo sostenibile degli oceani e delle risorse marine".
"Assicurare rispetto diritti umani in Afghanistan"
I leader di Usa, India, Giappone e Australia sono uniti nel "sostegno ai cittadini afghani" e "chiedono ai talebani di garantire un transito sicuro a ogni persona che voglia lasciare l'Afghanistan e assicurare che i diritti umani di tutti gli afghani - si legge nel comuniato - incluse donne, bambini e minoranze siano rispettati. Sottolineiamo nuovamente che il territorio afghano non dovrebbe essere utilizzato per minacciare o attaccare nessun Paese o per dare rifugio e addestrare terroristi o per pianificare o finanziare azioni terroriste", aggiunge la nota, "e ribadiamo l'importanza di combattere il terrorismo in Afghanistan".
"Continuano a chiedere la fine della violenza in Myanmar - aggiungono - la liberazione di tutti i prigionieri politici, compresi gli stranieri, l'impegno in un dialogo riscostruttivo e il ripristino della democrazia". I leader dei 4 Paesi "riconfermano" il loro "impegno per la completa denuclearizzazione della Corea del Nord in linea con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite" e "confermano inoltre la necessità dell'immediata soluzione della questione dei giapponesi rapiti". "Esortiamo la Corea del Nord ad attenersi ai suoi obblighi nel quadro dell'Onu e astenersi da provocazioni", aggiunge la nota, "chiediamo poi alla Corea del Nord di impegnarsi in un dialogo concreto".